Da Orizzonte48 gli ultimi post sempre aggiornati su Costituzione, Europa ed euro, con le analisi puntuali e precise del nostro 48. Da Orizzonte48 : Buona informazione a tutti.
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Dal blog di 48 ci giunge un interessante punto di vista sull'attualissima (e tragica) situazione dell'immigrazione nel nostro paese.
Da Orizzonte48 : Questo pezzo di Riccardo Seremedi è, secondo i suoi toni, "satirico": ma la situazione è pesantuccia. Ci illustra, se mai ce ne fosse stato bisogno, la "solidarietà" che permea l'UE. Non solo verso i suoi Stati membri. Ma verso la "Umanità" in generale. E, infatti, l'UE è stata insignita del Nobel per la pace. Vi diranno perchè ha evitato la terza guerra mondiale a origine, more solito, da questo continente. Ma è un pò come se un adulto dicesse a un bambino: "potrei ucciderti, ma non lo faccio. E questo dimostra quanto sono buono e ti voglio bene." E poi l'adulto può continuare, confidando nella sua alta etica, a sottoporre il più debole a ogni tipo di vessazioni e privazioni, materiali e psicologiche, che non implichino la violenza fisica. Basta, dunque, che non sia guerra coi carri armati...che in fondo costa di più ed ha molti ed indesiderati "sottoprodotti". Questa bella cultura "solidale" e rigorosamente "sovranazionale", non poteva far mancare il suo acme nei confronti di questi "immigrati economici" che si "inventano", di sana pianta, miseria e guerre civili...in cui l'Occidente LIBERISTA non c'entra nulla. Ma proprio nulla. HELLZAPOPPIN' “ E' proprio roba da matti... in quindici anni che proietto film, uno come questo non mi era mai capitato... Questo è un film pazzo! Eccome! E' Hellzapoppin'!” Proprio come nel film, stiamo assistendo in queste ultime settimane a situazioni che varcano il limite dell'assurdo e del nonsense, acrobazie linguistiche che s'inoltrano nei perigliosi sentieri della metasemantica, contorsionismi e gag involontarie che smantellano ogni senso comune, decostruendo quelle che appaiono essere le relazioni cardinali della realtà quale appare. Non ci eravamo ancora ripresi dagli equilibrismi a Palazzo Madama ed ecco che la tragedia di Lampedusa rinnova e amplifica gli equivoci dell'Unione Europea e di un governo-fantoccio prono ad essa, facendo emergere tutte le ipocrisie e le doppiezze di questi grigi tecnocrati iperborei. Già nel 2011 – dopo l'inizio della Primavera Araba e della guerra in Libia – con l'aumento esponenziale di profughi in fuga, l'allora ministro degli Esteri Franco Frattinisollecitò l'Unione Europea all'attivazione della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, cercando una collegialità nella gestione dell'emergenza; la Germania, che ha fatto della solidarietà e della condivisione il proprio motto (Deutschland uber Alles ), rispose per bocca del ministro federale dell'Interno Hans-Peter Friedrich, che dichiarò al quotidiano “Die Welt”: “l'Italia deve risolvere da sola il problema dei profughi”, aggiungendo al postutto che “non c'è alcuna ragione per attivare di nuovo la normativa sull'esodo di massa”, posizione confermata dalla commissaria UEMalmstroem perché quando Mamma Germania comanda, picciotta risponde. Che fosse una situazione esplosiva – com'è una guerra civile – venne confermato dai dati ufficiali forniti dal sottosegretario dell'Interno Sonia Viale alla commissione Affari costituzionali della Camera che certificarono, nel 2011, uno sbarco complessivo di 42.807 profughi (di cui 24.356 solo tunisini), a fronte dei 4.406 dell'anno precedente. E per far comprendere ancor meglio il concetto, un altro strusciamuri dell'UE, tale Matthew Newman, ribadì che: ”Quanto abbiamo visto finora è che le persone arrivate in Italia dalla Tunisia sono per lo più migranti per motivi economici, quindi se ne stanno occupando le autorità italiane e sono loro i responsabili”. Caspita, Ponzio Pilato era un dilettante paragonato a voi! Frasi come queste, che fanno a pugni con la tanto strombazzata multiculturalità e fratellanza universale, rendono ridicola e surreale la motivazione con cui nel 2012 il comitato norvegese ha attribuito all'Unione Europea il Nobel per la pace: “Il Comitato ha deciso di assegnare il premi Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea: L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa […] Il lavoro dell'UE rappresenta la”fraternità” tra le Nazioni e costituisce una forma di “congressi di pace” ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace”. Queste parole, costituenti un monumento considerevole alle luci purissime della benevolenza e dell'amore, non sembra abbiano avuto molto seguito nel compassionevole consesso di Strasburgo; a inizio ottobre la commissione migrazione dell'assemblea del Consiglio d'Europa ha rampognato l'Italia, giudicando “sbagliate o controproducenti” le misure prese in questi anni per gestire i flussi migratori. Il rapporto critica la gestione dei CPT e i ritorni forzati di immigrati in paesi come la Libia, dove rischiano la tortura o la vita stessa; si afferma altresì che “a causa di sistemi di intercettazione e dissuasione inadeguati, l'Italia si è trasformata in una calamita per l'immigrazione, richiamando persone che cercano un'esistenza migliore all'interno dell'area Schengen”. Che ipocrisia! Montagne di moralismo e melassa maleodorante da parte di persone (?) con un microprocessore al posto del cuore, dove le convenienze spicciole si soppesano col bilancino del farmacista. Solo due anni fa si affermava il non status di profughi di guerra e l'implicito assenso al rimpatrio, adesso si condannano gli stessi provvedimenti perché potenzialmente pregiudizievoli. Cos'è cambiato da allora? Sarà proprio il Nobel che impone comportamenti, almeno dal punto di vista mediatico, eticamente più “spendibili”? Sarebbe interessante sapere quali siano per le “teste d'uovo” di Strasburgo i “sistemi di dissuasione e intercettazione adeguati”. Forse quelli usati da Zapatero nel 2005 a Ceuta e Melilla – enclaves spagnole sulla costa marocchina – dove la Guardia Civil, rafforzata da 2 mila militari, per fronteggiare 600 disperati ha aperto il fuoco uccidendo 5 persone (compreso un neonato) e ferendone un centinaio. Oppure come in Grecia dove, per bloccare l'immigrazione clandestina proveniente da Iraq, Afghanistan, Iran, Pakistan, si sta costruendo un muro alto cinque metri e lungo circa dodici chilometri al confine con la Turchia, nella regione del fiume Evros vicino alla cittadina di Orestiada. Ma questa è roba da PIIGS, dirà il cicisbeo nostrano, queste cose Lassù non le fanno! Spiace deludere coloro i quali pensano a quelle latitudini come vette di sublime perfezione. In Svezia, terra cara alla commissaria UE Camilla Malmstroem, a meta maggio sono scoppiati violenti scontri a Husby, quartiere a nord della capitale, 12 mila abitanti con l'80% di immigrati siriani, afgani, sudamericani, iracheni; la protesta si è trasformata in sommossa, con numerose autovetture incendiate, e si è estesa a Skarpnack, Norsborg, Rinkeby - quartieri che circondano la capitale a forte prevalenza straniera – nonché ad altre città della Svezia. Dalla polizia non continua a trapelare nulla sulla nazionalità dei dimostranti. Anche i giornali che provano a violare il muro del politicamente corretto vengono smentiti: sono immigrati, ma non si può dire. L'OCSE ha rivelato che in Svezia c'è la più alta divergenza al mondo tra occupati svedesi e occupati di altre nazionalità; le periferie sono ricettacoli di risentimento e frustrazione, con percentuali di discoccupazione del 10%. Anche il virtuoso Quarto Reich ha da insegnarci qualcosina. Nel rapporto succitato si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane “rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella convenzione di Dublino” e che “l'Italia non ha aiutato gli altri paesi membri della UE a condividere la responsabilità”. Chissà se Malta invece li avrà convinti: dopo avere lasciato per tre giorni un gommone con 102 persone a 25 miglia dalla costa e facendo orecchie da mercante con la sora Camilla, il primo Ministro maltese Joseph Muscat ha ringraziato personalmente il Nostro Presidente del Consiglio dalla larga scriminatura che gli aveva, nel frattempo, tolto le castagne dal fuoco accogliendo i migranti a bordo della nave Salamis, sbarcandoli in seguito a Siracusa; alla fine smaglianti sorrisi e grandi pacche sulle spalle ma Letta è contento così, egli ha fatto suo l'aforisma di Ennio Flaiano: “A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”. Giova ricordare ai nostri distratti “inquilini” comunitari e alle sinistrate anime belle nostrane che l'escalation di migranti (adesso si preferisce chiamarli così, fa più “fino”) si è avuta proprio in concomitanza di interventi “umanitari” in Libia e Ciad ( Sarkozy era tanto preoccupato per i libici che, a guerra finita, si è recato a Tripoli con la crocerossina della Total, Christophe de Margerie), passando per le ribellioni “spontanee” e “locali” che sarebbero poi sfociate nella cosiddetta Primavera Araba. Tali moti di piazza non sembrano essere tanto spontanei se anche il New York Times(aprile 2011) ha dovuto intitolare: “Gruppi americani hanno favorito la diffusione della Primavera Araba". Tanto per citarne qualcuno: “Otpor!” in Serbia e in altri paesi, il “Movimento Giovanile 6 aprile” in Egitto, il “Centro per i Diritti Umani” del Bahrain, il “Fronte Nazionale per la salvezza della Libia”, “Donne sotto assedio” in Siria, “Golos” in Russia, la “Fratellanza musulmana” ecc. Questi gruppi hanno ricevuto finanziamenti dal National Democratic Institute (NDI), dal Freedom House di Washington e addestramento da CIA e MI5. Ad esempio il “Movimento Giovanile 6 aprile” è collegato con il CANVAS (Centro per l'Azione e le Strategie Applicate Non Violente), una ONG chiamata “Otpor!”, creata dal governo americano in Serbia nel 2000 e finanziata dall'Open Society Institute di George Soros per rovesciare il governo di Milosevic. Vi sono gruppi che non finanziano ma creano dal nulla le Primavere e le Rivoluzioni: è il caso dell'International Crisis Group, che vanta tra i membri Simon Peres, il governatore della Banca d'Inghilterra Stanley Fisher, lo stesso Soros, gli storici della manipolazione geopolitica come Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, Samuel Berger e il generale Wesley Clarck e, udite udite la dimessa e tanto caruccia Emma Bonino. Niente male come parterre de rois! Anche i finanziatori offrono solide garanzie quanto a rispetto di diritti umani e sostenibilità ambientale: BP, Chevron, Shell, Statoil e la società mineraria (platino, diamanti, minerali ecc.) Anglo American PLC. Capito perché Putin non vuole in Russia “filantropi” di tal risma? Altro che omofobia e baggianate varie! L'economista e africanista Gérard Azoulay ( Les théories du développement, Presses universitaires de Rennes 2002-2004) ha evidenziato che, dagli anni '90 in poi , in Africa si è avuta la più grande divaricazione tra i redditi più bassi e quelli più alti (sia in termini assoluti che relativi) da due secoli; la globalizzazione neoliberale ha affinato e trasformato i metodi che erano propri del colonialismo, camuffando atti predatori e spoliazioni di intere aree conazioni di peacekeeping, a cui segue immancabilmente l'ingresso di ONG(Organizzazioni non governative) che danno al tutto una parvenza di legalità. Un'altra opzione a favore dell'Occidente filantropico “esportatore” di democrazia (e importatore di petrolio ecc.) è data dalla possibilità, senza sporcarsi le mani, di concludereaccordi commerciali perversi con gruppi di insorti, soggetti non legittimati alla vendita di diritti di sfruttamento. Ciò ha portato alla stipulazione di contratti “pronto-contro-termine” (la cui risoluzione è differita nel tempo) tra gruppi ribelli e imprese internazionali: se il conflitto non c'è lo si fa scoppiare, se già esiste lo si acuisce: accordi commerciali di questo tipo si chiamanoBooty Futures, sono illegali ma divenuti oggi un must, soprattutto per gli Stati Uniti. Uno dei contratti più sostanziosi (quasi un miliardo di dollari) è stato firmato da Kabila conl'American Mining Fields, a guerra iniziata, per l'estrazione di diversi minerali presenti nel bacino del Congo e nelle regioni meridionali del paese; le possibilità di guadagno sono immense: oltre a uranio, diamanti e a una quantità spropositata di metalli, la Repubblica Democratica del Congo detiene l'80% delle riserve mondiali di COLTAN (columbite-tantalite). Che cos'è il coltan? Il coltan è un minerale metallico termoresistente, ottimo conduttore di corrente che - nel mondo hi-tech in cui viviamo - è diventato una sorta di Sacro Graal: alla base delle incredibiliperformance degli smartphones e dei computer moderni c'è proprio questo minerale e chi lo controlla, non è esagerato affermarlo, controlla il mondo. Sembra che il destino del Congo contemporaneo sia lo stesso che descriveva Joseph Conrad in “Cuore di tenebra”. Cambiano gli attori ma la tragedia è sempre la stessa: centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi. Un altro fenomeno caratterizzante delle moderne guerre africane è la “privatizzazione” della guerra, anch'essa un riflesso del neoliberalismo.Oggi i nuovi mercenari sono rappresentati dalle cosiddette “compagnie militari private” (CMP) e le loro sorelle “compagnie di sicurezza private” (CSP) che incarnano l'evoluzione in chiave globale del mercenarismo di ventura. Si tratta di imprese di servizio con quartiere generale nei paesi ricchi e molte ramificazioni mondiali, spesso quotate in borse internazionali o possedute da gruppi finanziari. Queste “aziende” agiscono in un vuoto di legalità, svolgendo attività formalmente legate alla “sicurezza” e alla “difesa”, ma sovente – per via di intrecci d'interesse tra politici, corporations finanziarie e industria degli armamenti – sono accusate di fomentare disordinicoadiuvando o creando moti insurrezionali volti all'acquisizione di vaste porzioni di territorio che diventeranno oggetto di sfruttamento della multinazionale di turno, spesso e volentieri legata a filo doppio con la CMP. E' rimasto famoso lo scandalo in cui è stato coinvolto Mark Thatcher, figlio di Margaret, per rovesciare il governo in Guinea Equatoriale; in quell'occasione si è coniato il termine“rent-a-coup”, colpo di Stato in affitto. Per citare solo un altro esempio di questo genere, Jean-Christophe Mitterand, figlio dell'ex presidente francese François, è stato anch'egli indagato dalla magistratura francese per simili traffici illeciti compiuti in Africa e legati al mondo delle CMP. I nostri alleati, alla NATO come nell'UE, dovrebbero sapere che l'esportazione della guerra (o democrazia?) porta, come diretta conseguenza, “l'importazione” di sfollati e profughi che, nel caso dell'Africa, vedono il Belpaese come Porta Aurea . Purtroppo il governo d'Italia si raccoglie sempre più nelle mani di una presuntuosa e impalpabile mediocrazia - o meglio ancora una onagrocrazia, “dominazione di ignoranti attivi e di asini selvatici”, come ebbe a dire Benedetto Croce - che ci sta portando, prima con Monti e ora con Pinotto Letta, ad essere il futuro diciassettesimo Land tedesco, reclinando il capo anche quando si avrebbero ottime ragioni per farsi valere. Lo spettacolo offertoci dai media (segnatamente Bruno Vespa) e dai politicanti nelle ore successive alla tragedia di Lampedusa è stato, nel rispetto delle vittime, all'insegna di Strapaese, il movimento di Mino Maccari di fine anni '20. “Siamo nati in campagna! Abbiamo bazzicato per le osterie! Abbiamo amici fra i barrociai, fra i vetrai, fra i contadini, fra gli artigiani!...Si finisse a Picadilly, ed alla Fifth Avenue, sempre ragioneremo e discorremo alla maniera antica italiana[...]. Ecco tutti trafelati a rincorrere una telecamera per esternare il proprio sgomento, con “Don't Cry for me Angelino” particolarmente assiduo nel presentarsi ai cronisti, cercando sempre con lo sguardo – durante le interviste – il monitor di servizio per accertarsi del grado di afflizione e fotogenìa; “Quanto ho atteso questo momento” avrà pensato mentre rispondeva con linguaggio affettato alle domande dei giornalisti, cercando le parole più acconce per convincerci che lui adesso “cammina da solo”. Dopo avere pugnalato alle spalle il suo creatore, Angelino ha ottenuto dal PUDE l'imprimatur di statista e adesso può librarsi nell'aere come un bianco cigno dopo essere rimasto troppo a lungo brutto anatroccolo. “Qui o signori, incomincia la storia di Strapaese(...),dove il sindaco veste di fustagno, non c'è la tassa sui cani e non ci sono orinatoi, perché la gente piscia al muro(...) dove i moccoloni ruzzano e le donne sono sempre gravide[...]. Quella a cui abbiamo assistito è stata una sagra paesana dell'Assurdo, un'Italia campagnola e caciarona, terrigena e neocontadina, con personaggi da osteria e il sindaco in pompa magna, il curato di campagna e il grullo delle giostre che c'ha le chiappe chiaccherate; “venghino, signori, venghino!” … è arrivato l'Uomo delle Stelle! ... tutti a salutare mamma con la manina, il “quarto d'ora di celebrità” a buon mercato che non si nega a nessuno. Passata la festa resta sempre il dopo sbornia e un gran mal di testa. Hans-Peter Friedrich, Ecce Homo, è ritornato alla carica ed ha fermamente escluso un ripensamento delle regole europee in materia di rifugiati, limitidandosi ad auspicare un inasprimento delle pene per i trafficanti di uomini; era prevedibile che i toni enfatici e queruli dei giorni scorsi dovessero lasciare il posto alla realpolitik in salsa alemanna. Avviso ai naviganti: il Manovratore a Berlino è all'erta e il Ruggito del Coniglio del presidente del Consiglio non lo tange. Buona informazione a tutti. E dopo "IL TRAMONTO DELL'EURO" del Professor Bagnai, arriva anche il libro del professor Luciano Barra Caracciolo alias 48 "EURO E(O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE".
Per descriverne il contenuto e lo scopo vi lascio alle parole dell'autore, da Orizzonte48 : EURO E(O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: THE COMING OUT "1- Allora questo è il libro già preannunziato. Vi troverete discorsi ripresi dai post, in buona parte, ma anche un filo conduttore, una cornice organica fondamentale, che cercherà di guidarvi in quella necessaria compenetrazione tra aspetti economici e aspetti giuridici che rimane il tema centrale per un recupero della democrazia. 2- In copertina avete Calamandrei, Lelio Basso e Fanfani, contrapposti a Schauble, Olli e Juncker. (Notare la sostanziale somiglianza fisica tra gli ultimi tre, con piccoli dettagli differenzianti come occhiali o gradi...di fronti "variamente spaziose"; il che ci "interroga" sui "normotipi" antropologici, secondo varie versioni che risalgono al positivismo ottocentesco...). Il libro si sviluppa su un processo di "immedesimazione" (nel mio piccolo), che origina da una domanda che voi stessi ponete con urgenza: "Cosa direbbero oggi i costituenti? 3- Dovrebbe debuttare "a partire" dal 15 ottobre nelle librerie giuridiche e in quelle del circuito di distribuzione della casa editrice. Questi i distributori della casa editrice, nelle varie zone d'Italia. 4- Sarà anche possibile rinvenirlo, a quanto mi dicono (in realtà se voi lo ordinate e poi verificate mi sa che è "meglio"), nelle librerie Feltrinelli, settore libri giuridico-economici. Ma sempre dal 15 ottobre in poi. Una volta che sarà inserito nel "catalogo" della Dike, parrebbe, lo potrete ordinare anche nelle altre librerie diciamo "generaliste". Ma questo punto non mi è chiaro. Ho cercato di chiarirlo, ma, siccome non riesco a decodificare la risposta datami, non posso dirvi altro che: tentate. 5- O se no, trovate la libreria giuridico-forense (o, in alcuni casi, "universitaria") dalle vostri parti o nella lista di librerie di regolare distribuzione dell'editore (sopra inserita) e cortesemente recatevi lì. 6- Oppure provvedete, ripeto on line: quando comparirà il libro, - voce del catalogo: "in uscita" o , poi, "recenti pubblicazioni"- sotto ci sarà l'indicazione "per prenotare" (non è che non mi fido che sia comprensibile, è che proprio mi devo rassicurare di aver capito). Vedremo se il libro sarà inserito nella voce libri "in uscita" anche prima del 15 ottobre. 7- Per non sbagliarvi, se cominciate massicciamente a richiedere informazioni alla casa editrice, utilizzando il link "contatti" inserito nella Home page: almeno crederanno che c'è qualcuno interessato (non parevano credermi molto e, in effetti, solo voi sapete...la verità :-) ). E che non siano coinvolti semplicemente i soliti lettori (ipotetici e di una ristretta elite) della saggistica tecnica. In fondo questo libro l'ho fatto per consentire a voi di avere uno strumento resistenziale per districarvi tra le spire mediatiche del PUD€ e per poter, in prima persona, DIFENDERE LA COSTITUZIONE. 8- PER EVENTI DI "PRESENTAZIONE", COME MOLTI SAPRANNO, DI SICURO CI SARA' PESCARA IL 27 OTTOBRE. PER ALTRE COSE, PROVEREMO A FARE IL POSSIBILE, SPECIALMENTE SE SARETE VOI STESSI A CREARE SITUAZIONI "INVITANTI". SPERO DI POTER FARE PRESTO ULTERIORI E POSITIVI AGGIORNAMENTI" Buona informazione a tutti. Che la libera informazione avesse iniziato a dare fastidio all'€uroPude è diventato chiaro in questo post di Bagnai, ed in questo passaggio : Quarantotto torna sull'argomento con un articolo ad hoc che voglio riproporvi per avere un quadro più chiaro del futuro sul reato di opinione :
LA VERITA' DEMOCRATICA, L'OLIGARCHIA €UROPEA E I REATI DI OPINIONE Vi sottopongo un commento al post di ieri che pone l'attenzione su un problema essenziale. E perciò merita un focus tutto suo. E non solo sullo scenario dell'euro-exit, ma, proprio su uno degli aspetti fondamentali della "verità" nascosta, in specie sulle vere ragioni di quella "alienazione" della pubblica amministrazione dal cittadino, apparentemente inefficiente e ottusamente burocratico-penalizzante, che dà la stura ai livorosi contro lo Stato e a favore dell'€uropa: Buongiorno, un punto che lei ha già discusso più volte è il probabile tentativo di "riciclarsi" di tutte queste persone che ora prendono queste decisioni scellerate, quando sarà evidente a tutti la disfatta. Ovviamente non sarà possibile un ricambio totale della pubblica amministrazione e credo nemmeno della politica. Il dubbio che mi sorge però è: abbiamo ancora le competenze per gestire la sovranità? Lei ha un punto di vista privilegiato: quante sono le persone nelle Istituzioni che sarebbero pronte per un cambio di paradigma? Il discorso è analogo all'industria: a forza di deindustrializzare e finanziarizzare, quanti sono gli imprenditori italiani che saprebbero approfittare della trasformazione? Le domande non sono provocatorie, ma servono per farmi un'idea il più possibile realistica della situazione (solo uno come Prodi direbbe che visto che non ci sono più competenze tanto vale fare gli Stati Uniti d'Europa). Spero di non fare domande troppo banali, ma sono nato dopo il cosiddetto "divorzio", sono cresciuto nel "sogno" dell'euro e devo dire che leggendo questo ed altri blog mi si è aperto un mondo che non immaginavo. Con stima, GianRisposta (opportunamente integrata in questa sede): Nell'immediato, non avremmo le competenze di governance e di capacità industriale, in effetti. Ma, pur essendo ciò un grave problema, si era profilato anche nel 1943-45 (anche se sul piano produttivo al tempo la questione era più semplice). Nella pubblica amministrazione, il problema sarebbe minore: la complicazione normativa, procedurale e gestionale, deriva essenzialmente dal caotico sovrapporsi di standard e slogan UE e dall'ossessione fiscal-finanziaria che ci ha inondato da Maastricht in poi. Insomma, senza l'€uropa, (e purchè non si faccia come Cameron), l'idea di rendere la p.a. un interlocutore che freni, punisca, metta in stallo, pur di non dover erogare un pubblico beneficio (in modo da rispettare i parametri di Maastricht!), dovrebbe venir meno. E con esso pure le pletoriche strutture e sprechi legati alla cosmesi politically correct UE...Hopefully Di questi aspetti, nell'ambito di un discorso più ampio, abbiamo parlato in questo post e in quest'altro. Fin dall'esordio di questo blog. Ma, c'è un "ma". Non basta che la verità su questi aspetti sia coperta da un rigoroso blocco mediatico che noi riassuntivamente chiamiamo PUD€. Ora, visto che qualche squarcio di informazione veritiera pare diffondersi, - non molto, ma per "loro" è sempre troppo- si preannuncia che dire la verità, in dissenso dalla propaganda ufficiale, diventerà reato d'opinione."...quello che ci stiamo dicendo qui potremo dircelo ancora per poco, la critica alla troika sta diventando reato di opinione in Grecia, e presto lo sarà in tutta l'Eurozona". Dobbiamo perciò correggerci. Avevamo detto che: I "reati d'opinione" non sono una costruzione europea. L'Europa si disinteressa "operativamente" della materia con la famosa clausola dell'art.6 del TUE. Lascia la materia alla sfera di competenza degli Stati. E alle enunciazioni delle varie Carte dei diritti, entrate a far parte del diritto internazionale generale. E neanche a dire che i "reati di opinione" non siano stati affrontati e stigmatizzati, più o meno direttamente, nelle Costituzioni democratiche, sicuramente in epoca anteriore a Maastricht, e nello stesso diritto internazionale generale. Il punto è che sia la Corte costituzionale che la stessa Corte Europea dei Diritti dell'Uomo prendono da decenni posizione, cassandoli, sui vari "reati" di questo tipo, caratterizzati da clausole spesso incentrate sulla tutela della "personalità dello Stato" o il "sentimento religioso", cioè clausole c.d. "generali", in cui è più forte il pericolo della indefinizione dei presupposti che possono portare alla punizione dell'individuo. In Italia, la materia è stata rivisitata, sulla scorta di varie pronunce della Corte costituzionale, dalla legge 24 febbraio 2006, n.85. Ma è un fatto che, se la Corte non è intervenuta prima degli anni 2000, è perchè questi reati sono praticamente in desuetudine, cioè in concreto disapplicati. E grazie all'art.21 Cost.: ma più ancora, alla grande sensibilità che la Costituzione democratica pluriclasse ha innervato nel senso condiviso della comunità (smentendo che questo possa mai incentrarsi sul solo "diritto di proprietà") senso condiviso che v.H.avrebbe certamente condannato, perchè frutto della deprecabile "demarchia". Come pure è un fatto, che a seguire la teoria generale dello Stato e del diritto naturale (Legge) di v.H., oggi, avremmo come fattispecie penali, duramente punite, lo "sciopero" e l'"associazione sindacale Dovremo prendere atto che l'Europa non si disinteressa più del problema. Evidentemente, non considerando più controllabile il dissenso che si affaccia nei singoli Stati e, questi ultimi, come affidabili controllori (in sub-appalto). Ma questo, a onor del vero, è uno sviluppo del tutto coerente con quanto esposto nel passaggio sopra riportato. Va infatti chiarito che i "reati d'opinione", non sono tanto il portato dei regimi totalitari del '900, che sopprimendo le libertà civili e l'effettivo diritto di elettorato, e radicalizzando la coincidenza tra "partito unico" e istituzioni dello Stato, semplificavano il quadro: cioè rendevano reati commissivi, o di omissione, a fattispecie molto ben definita, il solo essere sospettati non tanto di "pensarla diversamente", ma la semplice "non adesione" alle manifestazioni istituzionali del regime. Bastava cioè esser parte di una formazione politica - o anche solo culturale- non coincidente con il partito totalitario per essere contro lo Stato, senza distinzioni. I "reati d'opinione", invece, sono tipicamente espressione degli Stati liberisti-oligarchici, dove vige l'apparente eguaglianza formale ma le posizioni di partenza, differenziate, tra i cittadini, sono concepite come il frutto di un naturale sviluppo delle diverse capacità e meriti degli individui. E su questa premessa, lo Stato, tutelerebbe l'intera società provvedendo, con le sue politiche, a ratificare ed a rafforzare le differenze sociali di fatto (o anche il canale preferenziale dato a chi si adegua alle gerarchie istituzionali e sociali così sancite. Autentica "chicca"). Ecco che, allora, criticare l'assetto distributivo "ineguale", diviene un attentato all'ordine costituito. E questo, naturalmente, include la sua forma operativa, cioè il diritto di associazione sindacale e di sciopero, ma, ed è questo il punto, anche la premessa di ciò: cioè la mera analisi, in base a strumenti scientifici (economici, sociologici, giuridici) della falsità dell'idea che le diseguaglianze di fatto corrispondano a un ordine naturale. Il che mina alla base il "liberismo" e il suo volto concreto del capitalismo "sfrenato", basato sulla negazione del conflitto sociale, sul lavoro come "merce" e sulla istituzionalizzazione dell'"esercito di riserva dei disoccupati". Caratteri eloquentemente perseguiti dalle attuali politiche €uropee a trazione germanica. Diviene allora chiaro come, il disegno di Maastricht-Lisbona, imperniato sull'euro, nella fase del suo trionfante consolidamento, ricorra, senza più preoccupazioni di facciata (la famosa cosmesi e i vuoti enunciati di qualche norma dei trattati), alla riedizione del reato d'opinione. Confermando la sua natura di super-ordinamento sovranazionale, liberista e oligarchico, giunto a un punto di affermazione incontrastata, tale da poter definitivamente dichiararsi come tale, eliminando una volta per tutte l'ingombro delle Costituzioni democratiche; le cui clausole, complessivamente, escludevano e sigillavano, nel campo della disapplicazione de facto, i residui ottocenteschi dei reati di opinione, laddove ancora sopravvissuti all'affermazione della Sovranità come processo costituente popolare volto all'affermazione dei diritti sociali. Eccoci serviti, dunque. Chissà se potremo mai più ripetere un discorso come questo..." Buona informazione a tutti. Anche se il titolo può ingannare, non c'è nulla di complottistico nel post di 48 che voglio proporvi, solo la constatazione che l'Italia e i suoi gioielli sono prede appetibili ed appetite all'estero, soprattutto se i politici cialtroni e vigliacchi del PUD€ facilitano la svendita in atto.
Partiamo dal caso Telecom a cui fa riferimento il report dei servizi : "...Con Telecom abbiano visto come vanno a finire le "privatizzazioni". Il concorrente maggiore di Telecom sui mercati che costituiscono la principale area di redditività dell'azienda, diventa controllore del proprio competitore italiano su quegli stessi mercati. E come può andare a finire? (Persino Zingales lo denunzia...) E non che i "servizi" non avessero rammentato cosa significhi, per chiunque sia dotato di elementare conoscenza storico-economica, trasferire settori di mercato aperti alla concorrenza globalizzata a operatori stranieri (risultato ultimo, inevitabile, del processo apertosi con le privatizzazioni). Apertamente si parla di colonizzazione. Sentite cosa dicono qui (i servizi...un grazie a Lorenzo Carnimeo)): Nell'attuale scenario di crisi, "l'azione aggressiva di gruppi esterì" mira a "strategie acquisitive di patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionalì, nonchè 'di marchi storici del 'made in Italy', a detrimento della competitività delle nostre imprese strategiche...l'attenzione dell'intelligence si è appuntata sulla natura dei singoli investimenti per verificare se siano determinati da meri intenti speculativi o da strategie di sottrazione di know how e di svuotamento tecnologico delle imprese stesse con effetti depressivi sul tessuto produttivo e sui livelli occupazionaliI "livelli occupazionali" capite? E i nostri governi (e le massime istituzioni) continuano a invocare gli "investitori stranieri" per la crescita e il rilancio dell'occupazione!!! In precedenza, gli stessi servizi avevano già avvertito: La sicurezza non è più la difesa del confine di Tarviso. La minaccia non arriva più solo da altri Stati, ma anche da persone e gruppi di persone. E soprattutto “la minaccia non è più solo alla sicurezza fisica, allo Stato sovrano, ma al sistema-Paese, alla competitività dello stesso Stato”. La crisi economica e finanziaria che sta attraversando l’Italia, ha spiegato Massolo, “ha fatto da moltiplicatore dei rischi nel nostro Paese” si è “accentuata la vulnerabilità strutturale del nostro modello produttivo”. Cosa significa (si chiede l'Huffingotn post.ndr.)? Che rischiamo una colonizzazione industriale? Che le nostre imprese, senza il sostegno dello Stato, rischiano di essere spazzate sui mercati esteri da aziende con sistemi-Paese più organizzati?Probabile che la risposta a queste domande sia affermativa. Anche perché lo stesso Massolo ha rivolto quello che sembra un forte appello al governo. “C’è bisogno”, ha detto, di avvicinare l’intelligence al decisore politico per avere le priorità della propria azione..." Gli allarmi dei servizi sono chiari ma inascoltati, d'altronde non dobbiamo dimenticarci che il progetto di colonizzazione €uro-Tedesco deve andare avanti, e come ci ricorda sempre 48 : "...Solo che lo schemino, - condito dal parallelo sistema di credito bancario al settore pubblico...in partenariato, che però è "privatizzato" (almeno nelle "forme")...che però è socio del pubblico...che però è affidato all'efficienza tecnica dei privati, IRRINUNCIABILE E PER IL VOSTRO BENE, insomma questa "leggera confusione" che manda in pensione la vecchia mazzetta-è comune pure alla Germania. Che non è seconda a nessuno quanto a commistione tra "pubblico" e sistema bancario" e comunque, va forte pure quanto a "partenariato" e commistioni di forme pubbliche e gestione di pubblici servizi. Sul primo aspetto: In Germania, spiega Cambi, oltre la metà del sistema bancario è in mani pubbliche. Esempio: la Commerzbank, secondo istituto tedesco, ha lo Stato come azionista di maggioranza. E «siccome, tramite le proprie banche investe (e massicciamente) nei nostri Btp, lo Stato tedesco, come azionista di maggioranza, lucra sulle nostre sfighe e sul nostro spread: gli basta non comprare i nostri bond, ed ecco che lo spread si innalza». In poche parole, il governo di Berlino «esercita un controllo diretto impressionante sulla nostra politica interna», con manovre finanziarie da centinaia di miliardi. Lo Stato tedesco «è l’azionista di maggioranza di centinaia di istituti bancari di diritto privato ma a capitale quasi totalmente pubblico, che accedono alla Bce allo 0,75%». Quindi Berlino «compra massicciamente titoli tedeschi, tenendo giù i loro tassi di interesse». Altro esempio, la Kfw (Kreditanstalt fuer Wiederaufbau), istituto nato nel dopoguerra per gestire i fondi del Piano Marshall: è posseduta all’80% dalla Repubblica Federale Tedesca e al 20% dai Lander. In pratica, è al 100% pubblica, «come altre centinaia di banche tedesche» che, «con la scusa del project financing», finanziano un sacco di enti, iniziative e attività pubbliche e private, al posto dello Stato, «tenendo su a forza l’economia del paese». Formalmente, sono istituti di diritto privato, e quindi i loro finanziamenti – frutto del capitale pubblico e decisivi per l’economia tedesca – non vanno ad aumentare il debito pubblico della Germania. E come fa, Berlino, ad approvigionarsi di euro? «Comprando decine di miliardi di euro di Bund, con gli euro presi in prestito dalla Bce allo 0,75% e, ovviamente con gli interessi sui prestiti a privati». Per approvvigionarsi sul mercato allo scopo di finanziare queste attività, il governo tedesco «ha emesso nel tempo una quantità enorme di obbligazioni: insomma, ha fatto debiti per 430 miliardi di euro». Al contrario della nostra analoga Cassa Depositi e Prestiti, le cui passività (obbligazioni postali) contribuiscono al cumulo del debito pubblico italiano per quasi il 20% del nostro Pil, le passività germaniche della Kfw, pari quasi 500 miliardi di euro, rappresentano il 17% del Pil tedesco. Ma – e qui sta il “trucco” – non sono state contabilizzate nel bilancio statale, e quindi non vanno ad aumentare, come invece dovrebbero, il “virtuoso” debito pubblico tedesco. Il tutto, aggiunge Cambi, è regolarmente permesso dalla Comunità Europea attraverso l’Esa-95, il manuale contabile che detta le regole per il calcolo dei debiti pubblici. Bruxelles «esclude dal computo le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi». Ovvero: fino a che un eventuale deficit o comunque i costi di funzionamento sono coperti almeno per il 50,1% dai ricavi, il deficit e le altre passività dell’istituto non vengono computati nel bilancio dello Stato. Come ha scritto il “Corriere della Sera”, la serietà di un tale principio è paragonabile alla considerazione del rischio da parte dei contabili che hanno favorito il crac della Lehman Brothers..." E per quanto riguarda i "benefici" che deriverebbero dalle "miracolose" ed "efficienti" privatizzazioni : "...Riguardo la privatizzazione materiale di servizi pubblici (diciamo della collezione e dello smaltimento di rifiuti o della gestione d’acqua) la gestione dalle imprese del settore privato può aumentare la flessibilità organizzativa e anche la sensibilità alle domande dei cittadini-clienti . Anche l’efficienza economica può alzarsi. Però c`è evidenza che possono emergere gravi svantaggi. Per i cittadini-clienti si mostrava che, appena il fornitore privato ebbe conquistato il marcato e l’arena del rispettivo servizio e scacciare l’antecedente fornitore pubblico, la qualità dei servizi cominciava a abbassarsi mentre i prezzi e tariffe si mettevano a alzarsi... Inoltre un impatto negativo si osservava anche riguardo alle condizioni di lavoro e salariali dei dipendenti. Spesso quelle si peggiorano perche le imprese commerciali dimostrano la tendenza di ridurre le loro proprie spese per aumentare il loro profitto. In quanto riguarda il processo di privatizzazione formale (organizzativa), degli effetti positivi possono notarsi anzitutto a causa dell’aumento della flessibilità organizzativa e personale per i municipi. Posto che tali organizzazioni operando formalmente al di fuori del municipio stesso non sono sottomesse alle regolazioni strette concernenti lo staff cosi come il budget i municipi ottengono, tramite forme di privatizzazione formale, più di discrezionalità nel reclutamento del personale e nel finanziamento delle loro attività e progetti. Cercando e usando questa flessibilità i municipi hanno nel frattempo in gran scala espanso e moltiplicato l’ambito e la percentuale di tali enti formalmente privatizzati. In Germania circa un mezzo dell’intero staff dei municipi venne impegnato da questa struttura al di fuori del municipio stesso. Questo sviluppo si chiamava una “satellitizzazione” (in francese: satellitisation) dei municipi per accennare che i municipi stanno circondatisi da tali organizzazioni come dagli “satelliti”. In questo contesto si è parlato perfino di una “atomizzazione” del governo locale.." Vi lascio alla lettura del post di 48, da Orizzonte48 : Buona informazione a tutti. Dal blog di 48 arriva un bel post che tende a smentire per l'ennesima volta (se ancora ve ne fosse bisogno) che gli stati del nord Europa che vogliono imporsi a modello di virtuosità, tanto virtuosi non sono, e anzi hanno fatto e fanno scelte economiche peggiori dei PIIGS.
Ovviamente per la Commissione €uropea e per i suoi inviati (Olli Rehn) gli unici stati sporchi e cattivi sono quelli del sud Europa, Italia in testa, ed infatti quando è venuto a Roma : "...Sono state fatte numerose ipotesi e illazioni sull'ultima visita di Olli Rehn a Roma. Un insider BCE ( ancora Bini Smaghi? ), che ha chiesto di rimanere anonimo per paura di ritorsioni, ha svelato in esclusiva a questo blog i retroscena della vicenda; BabboNatale, proprio lui, è rimasto alquanto contrariato dalle letterine ricevute da Saccomannie Letta nelle quali i due monelli promettevano di comportarsi bene, di non sforare ilrapporto deficit/PIL del 3%, di avviare le “ineludibili” riforme strutturali. Malfidato e malmostoso qual'è, l'irsuto barbogio artico ha inviato tosto nella Città Eternail suo ragazzo-immagine affinché annichilisca i progetti sediziosi del diabolico Duo.Il Piccolo Aiutante di Babbo Natale ha parlato in assemblea alle Commissioni riunite diCamera e Senato “paraculeggiando” sull'asse Ferrari/Italia, cercando di ingraziarsi ilfavore dell'uditorio con la solita colluvie di luoghi comuni, creatività-sole-pizza-baffi nerie mandolino. Com'era prevedibile, un così alto e ispirato discorso ha ottenuto il più vivo compiacimentoproprio da Letta, Saccomanni e companeros che, recitando il mea culpa e cospargendosi il capo di cenere, hanno convenuto sulla bontà delle argomentazioni; per iniziare - casomai non ce ne fosse ancora abbastanza – più flessibilità in uscita: la proposta shock avrà piena attuazione nelle prossime feste natalizie con una riduzione significativa dei pastorelli e degli zampognari nei presepi italiani, un aumento di competitività ottenuto conmobilità, taglio del 10% dei salari e cassa integrazione a rotazione: il presidente dell'INPSprobabilmente non la prenderà bene ma, come si dice...Natale con i tuoi, Mastrapasqua con chi vuoi..." Ma vediamo un po quali sono state e sono le magagne della "virtuosa" Finlandia : "...Scavando nella storia recente della Finlandia scopriamo che a metà degli anni Novanta Babbo Natale e i suoi elfi non se la passavano affatto bene: il PIL finlandese era sprofondato al -13%, alcoolismo e soprattutto suicidi ( piaghe tuttora presenti ) falcidiavanouna società presa a modello di virtù, con la disoccupazione che viaggiava spedita al 18%. La crisi finnica era stata innescata da un processo che conosciamo molto bene: deregulation finanziaria con bolla immobiliare di contorno; i prestiti a lungo termine furono svincolati dal controllo della Banca Centrale e nel giro di un decennio i prezzi delle case aumentarono dell'80% provocando il collasso del settore immobiliare; i consumi calarono quasi del 13% e 450 mila posti di lavoro si volatilizzarono, una terribile mazzata per un paese che conta poco più di 5 milioni di abitanti. A questo punto dovette entrare in scena lo Stato – il vituperato Stato – per tenere insieme i cocci; con il debito privato alle stelle, Helsinki procedette alla nazionalizzazione di alcunebanche e in altri casi lo Stato garantì per loro mettendo sul piatto asset e immobili pubblici attraverso i COVERED BOND, evitando il ricorso alle privatizzazioni che al Club Med vengono richieste a ogni piè sospinto e che i Quisling nostrani amano assai. L'intervento statale accrebbe il rapporto deficit/PIL che passò dal 14 al 58%, però la ripresa fu rapida e tra il 1994 e il 2000 il PIL stette su una media di +4,5%; i covered bond furono certamente uno strumento efficace, ma la differenza fu fatta dalla svalutazione della markka finlandese, che calò del 30% rispetto a dollaro e marco tedesco dando slancio alle esportazioni: dedicato a quelli che “la liretta” e “svalutare è immorale”. Lungimirante fu anche la scelta di finanziare e potenziare l'Information Technology che passò dal 6,5% del 1991 fino al 23% del 2000; NOKIA fu una delle aziende che trasse grande impulso dalle provvide misure governative, passando da realtà di media grandezza e quasi sull'orlo della bancarotta dei primi anni '90 a multinazionale globale che da sola forniva il 20% di export e 3% di PIL nel 2002..." questo è quello che è stato (ma all'epoca la Finlandia poteva svalutare la sua moneta), questo è quello che è : "...La success story finlandese si è notevolmente irrobustita con l'ingresso del Paese nella moneta unica, circostanza che ha incrementato le già fiorenti esportazioni, portando nel 2011 il PIL pro capite a 35 mila euro senza dimenticare che la Finlandia , gravitando nell'area Euro tedesca, ha potuto giovarsi di tassi particolarmente vantaggiosi per il finanziamento del proprio debito. Lo shock Lehman e soprattutto l'intrinseca struttura asimmetrica dell'Eurozona, aggravata dallo scellerato rigorismo tedesco, hanno dato avvio a un gigantesco “effetto domino” che, iniziato a sud, sta ora coinvolgendo i “duri e puri” ariani. Le prime avvisaglie del declino si sono avute circa due anni fa quando, a causa di strategie aziendali fallimentari ( mancato sviluppo smartphones ), Nokia ha cominciato a chiudere i propri store negli Usa e nel Regno Unito nonché due sedi in Cina. La situazione è via via peggiorata e qualche settimana fa è stato annunciato l'acquisto di Nokia da parte di Microsoft per 5,44 miliardi di euro, con la probabile chiusura, a fine settembre, dell'ultimo stabilimento di Salo, con più di 10 mila dipendenti che rimarranno a casa entro la fine dell'anno. E poiché le disgrazie non vengono mai da sole, anche il commercio di legno, carta e cellulosa – che aveva contribuito fino al 2011 per il 38% del PIL – è entrato in difficoltà con i due maggiori produttori di carta europei STORA ENSO OYJ e UPM – KYMMENE OYJ. Il cazzotto è arrivato in pieno volto: RECESSIONE TECNICA. I dati parlano chiaro: nel primo trimestre del 2013 il PIL è diminuito dello 0,1% dopo che nell'ultimo trimestre del 2012 era calato dello 0,7%; ancora più preoccupante è il dato su base annua che, rispetto al primo trimestre 2012, è calato del 2,1% portando a cinque anni consecutivi di deficit di bilancio. Sia le importazioni che le esportazioni segnano il passo, con le seconde che crescono dello 0,9% rispetto all'ultimo trimestre del 2012 ma crollano del 4% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Tutto il comparto industriale è in sofferenza con un -0,6% su base trimestrale e un -1,8% su base annua: PRODOTTI ELETTRONICI (-12,8% su base annua) PRODOTTI METALLICI (- 9,3%) PRODOTTI CHIMICI (- 4,2%) Male anche le costruzioni (-6,1%). Il Ministro dell'Economia Jan Vapaavuori ha dovuto ammettere: “Il settore forestale e quello delle telecomunicazioni sono in crisi e la politica economica congiunturale non puòrisolvere il problema..." Visti i "problemini" che hanno anche gli amici Finnici (ahimè nemmeno loro sono stati protetti dall'euro), il Ministro delle Finanze Finlandese ha dichiarato quanto segue : "...Era la consapevolezza di quello che stava per arrivare ( ed è arrivato ) che probabilmente fece dichiarare al Ministro delle Finanze finlandese Jutta Urpilainen al quotidiano Kauppalehti: “La Finlandia si impegna a essere un membro della zona euro e stimiamo che l'euro sia benefico per la Finlandia. Tuttavia la Finlandia non aderirà all'euro a qualsiasi prezzo e siamo pronti a tutti gli scenari, compreso quello di abbandonare la moneta unica europea”, aggiungendo: “la responsabilità collettiva per i debiti e i rischi degli altri paesi non sono cosa a cui dobbiamo prepararci..." Capito cari €uristi falliti, l'eurexti oltre ad essere possibile, è un'eventualità che viene presa in seria considerazione anche dai "virtuosi" paesi del nord Europa. Da Orizzonte48 : LA SOLIDARIETA' EUROPEA DI BABBO NATAL€ Buona informazione a tutti. Si sa che leggere le analisi di 48 è sempre interessante, anche quando sono molto lunghe, ed oggi, dopo il risultato elettorale tedesco, stranamente è stato breve ma intenso.
Nell'ultimo post sul suo blog ha riportato una breve ma interessante sintesi del dibatito svoltosi su Rai 1 fra Fassina, Quagliarello ed un giornalista tedesco inviato della propaganda alemanna. Per capire lo squallore e l'arroganza con cui i disinformatore tedesco giudicava il nostro paese vi riporto le parole di 48 : "...Con una certa "ondata di gelo" nei suoi interlocutori, ha rammentato che l'Italia è ben lontana dal poter rispettare il fiscal compact a partire dal fatidico 2014: 'sta cosa pare dimenticata, ma è sempre lì. Dalla fine del prossimo anno dovremmo cominciare a buttare giù il debito del 3% circa, all'anno, ed a registrare il "pareggio di bilancio" (tecnico, al netto del ciclo: fate un pò come vi pare. Ma, se si esclude l'esistenza del moltiplicatore fiscale, le manovre saranno comunque tarate su quell'obiettivo, mentre se si ammetterre il moltiplicatore, non avremmo semplicemente aderito al fiscal compact). Insomma, il PUD€ si è sentito dire (ritraducendo in pratica ciò che la vox germanicorum gli sbatteva in faccia) che, in prospettiva, non ci sarebbe stato modo di evitare il "commissariamento" prossimo venturo da two packs e che la Germania era persino riluttante a intraprendere il "grande aiuto", stile Grecia; che insomma al limite, ci faceva un piacere. Un crudo assaggio della brutale realtà in cui si ostinano a volerci soggiogare..." Non è difficile notare come la solidarietà e la cooperazione €uropea sbandierata dai Fognatori degli Stati Uniti d'€uropa, vada a scontrarsi con il freddo pensiero tedesco che valuta al massimo l'annessione con conseguente sottomissione del nostro paese. E la provocazione è continuata tanto da fare reagire anche un cuor di Leone come Fassina . "...A un certo punto, se ne è uscito col dire "voi italiani non avete fatto nulla per uscire dalla crisi, avete 180 miliardi di evasione fiscale e venite a chiedere a noi..." Al che persino Fassina ha replicato "chiedere a voi cosa?", rammentando che l'Italia ha contribuito con 30 miliardi ai fondi di salvataggio europeo..." Come giustamente scrive 48, in realtà i sodi dati dall'Italia ai fondi di salvataggio europei sono molto di più, simo arrivati a 50 miliardi di euro, come visto QUI. Questo è il post di 48 che vi consiglio di leggere insieme a tutti i link di riferimento : E CHI TI DICE CHE SIA UNA DISGRAZIA? L'altro articolo di 48 che vi invito a leggere, tratta il piano ormai esplicito di Svendita del paese e della deindustrializzazione in atto ormai da tempo. Se infatti come scrive 48 anche un giornale del fronte PUD€ come il sole24ore arriva a capire e segnalare che : Con Merkel vince la Germania e perde la periferia dell'euro forse vuol dire che qualcosa ( con grandissimo ritardo) è cambiata, anche se qualche pezzo del ragionamento ancora manca, fortuna che lo aggiunge 48 : "...in poche parole, la ricorrezione degli squilibri asimmetrici perseguita con l'austerity comprime troppo la domanda interna, su cui devono necessariamente contare anche le imprese esportatrici "periferiche", e l'export-driven-growth, "siamo tutti come la Germania", diviene irrealizzabile. Risultato: deindustrializzazione (sempre più definitiva) e insostenibilità del vincolo monetario. Questo il Sole24 ore in una sporadica attenzione a quei grafici e dati che ha dimenticato per qualche cruciale anno (decennio?). Si dimentica, però, di dire che l'austerity e il crollo della domanda interna, nascono dall'ossessione €uro-imposta per i "famosi conti in ordine"...che neppure tornano e torneranno mai..." Intanto Saccomanni che ha fetta e voglia di svendere i gioielli di famiglia ad investitori esteri, come abbiamo già detto QUI, fa sapere che : "...Saccomanni dichiara di volersi dimettere se non riesce, ancor più, a comprimere la domanda interna. Questa sarebbe la "stabilità politica". Con risultati inevitabili di ulteriore recessione, e creazione delle condizioni peggiori possibili per qualsiasi "svendita forzata" (agli stranieri), che a lui piace sopra ad ogni cosa. Senza peraltro trovare vera opposizione in nessun profondo pensatore di politica economica..." Sempre da Orizzonte48 : SOLE E ACCIAIO. I PENTITI TARDIVI DELLA DEINDUSTRIALIZZAZIONE €URO-TRAINATA Buona informazione a tutti. Una delle affermazioni più care agli €uro-fan, è quella di dire che non si può uscire dall'euro perchè i trattati europei vigenti non lo permettono. A smentire questa affermazione arriva l'amico 48 che dall'alto della sua esperienza e competenza, analizza alcune norme dei trattati europei, descrivendo in modo preciso ed accurato come di fatto sia possibile uscire dall'euro, utilizzando le norm stesse.
Non vi faccio un riassunto del post per due motivi, uno non è lunghissimo, due perchè per capire bene il discorso va letto per intero. Sulla conclusione sono pienamente d'accordo con 48, l'uscita dall'euro non rappresenta un problema legislativo o economico insormontabile (come sappiamo tutte le unioni monetarie della storia fra paesi troppo diversi sono finite... male... Due esempi sono QUI e QUI), il vero problema come giustamente sottolinea 48, è esclusivamente politico, altrimenti non si spiegherebbe perchè le destre europee preparano l'eurexit. Da Orizzonte48 : NON SI PUO' USCIRE DALL'EURO SECONDO I TRATTATI? FALSO. BASTA SAPERLI LEGGERE Buona informazione a tutti. 48 e Krugman ci offrono un'analisi chiara e lucida (nonché molto inquietante), dei reali obiettivi dei tecnocrati non eletti della Commissione Europea, che come sappiamo sono al soldo delle grandi banche e delle potenti lobby di cui curano gli interessi.
Nonostante come visto QUI, abbiamo regalato alle banche europee più di 4000 miliardi di euro, questo non basta, vogliono di più, vogliono impadronirsi degli interi stati, per creare una manovalanza europea con stipendi Cinesi, sul modello e il pensiero tedesco, visti QUI e QUI. Nello specifico, 48 analizza (per l'ennesima volta) le violazioni compiute nei confronti della NOSTRA COSTITUZIONE a seguito degli accordi europei e dei vari trattati che negli anni si sono susseguiti, soprattutto le violazione del diritto al lavoro e ad un salario che possa garantire di condurre una vita dignitosa a tutti gli italiani. Per dirlo con le parole di 48 : "...4- IL “MASSACRO” DEI DIRITTI SOCIALI E LA SOGLIA COSTITUZIONALE DI DIFESA DALL’INTERNAZIONALISMO. Il discorso, ancora, si completa con questo interrogativo che mi viene spesso posto sul blog: "Ripeto: se c'è qualcuno che può spiegarmi perché massacrare lo stato sociale di un Paese dovrebbe poi farlo stare meglio, lo faccia, perché oggettivamente tutto questo mi sembra un delirio schizofrenico…." La risposta si connette al problema della "misurabilità" di qualsiasi "giudizio di valore" circa il fallimento, o la "non attendibilità" delle politiche propugnate, nel solco genetico della liberalizzazione dei capitali, dai vari organismi sovranazionali (FMI, OCSE e le stesse BCE e commissione UE). E anche qui ci si trova ad affrontare dei "grossi" problemi di democrazia costituzionale e di "correlazioni" con le visioni economiche insite nell’attuale "politica" europea. In particolare: quale è la soglia obiettiva oltre la quale un diritto "sociale" deve considerarsi "massacrato"? Si possono misurare grandezze che hanno un senso ("dato", cioè accettato come presupposto metodologico e descrittivo di un "certo" metodo di analisi economica, sebbene, appunto, "variabile" a seconda delle "teorie" o "scuole"), dentro al linguaggio che descrive la fenomenologia economica. Ma non altrettanto si può fare per quanto riguarda il contenuto "minimo" o "inderogabile" di un diritto sociale in senso giuridico (che è poi quello che veramente conta politicamente). Il "diritto sociale" è una creazione delle Costituzioni, o meglio dell’evoluzione politico-sociale della comunità che dà luogo al fenomeno costituente, e quindi ha un'univocità che è solo "contestuale": cioè mutevole col contesto storico e ideologico. Ciò che ci rinvia, appunto, al problema della precomprensione. Ed, infatti, è in base ad asserzioni storicamente e ideologicamente sopravvenute a quelle che sottostanno all’impianto costituzionale del 1948, che Andreatta, a suo tempo (come citato nel capitolo dedicato alla dottrina delle banche centrali indipendenti) e oggi, Draghi o Fornero, possono affermare che lo "stato sociale" è un qualcosa di eccessivo, a cui dobbiamo rinunciare..." Come sempre le analisi di 48 sono lunghe e molto profonde, vanno quindi lette per intero. Per quanto riguarda Krugman, la sua analisi è molto più sintetica ma altrettanto significativa, ed arriva direttamente al punto. Infatti ci dice che oramai l'Austerità ( o meglio i suoi Difensori e Promotori ) ha (hanno) gettato la maschera ed il suo (loro) unico scopo è quello di smantellare (alias Privatizzare) il Welfare State e ci porta l'esempio Francese. Le parole esatte che usa Krugman sono queste : "...Ma qui, sicuramente, la cosa importante è che Rehn ha lasciato cadere la maschera. Quello che gli interessa non è una politica fiscalmente responsabile, di quello non gli è mai importato nulla. Quello che da sempre ha voluto fare, è sottolineare con enfasi i pericoli causati dal debito pubblico per smantellare il welfare state. Come osano i francesi prendere alla lettera i suoi avvertimenti sul deficit, rifiutando però di ridisegnare la loro società secondo i precetti neoliberisti?" Nulla di nuovo purtroppo, ma segnali sempre più inquietanti del processo di schiavizzazione €uropeo in atto, con i Terribili esempi che ci arrivano dai modelli anglosassoni, che ci vengono proposti come "Più Efficienti" e "Meno Costosi", senza dire per chi sono efficienti e meno costosi, non certo per la gente comune, visto i contratti di lavoro a precarizzazione totale introdotti in UK denominati ZERO ORE e la SVENDITA DELLA SANITA' PUBBLICA di sua maestà. Credo di aver divagato troppo, perciò vi lascio ai post di 48 e Krugman : Da Orizzonte48 : MA SECONDO VOI... Da Voci dall'estero (una Grazie Enorme per la traduzione) KRUGMAN: L'AUSTERITA' GETTA LA MASCHERA Buona informazione a tutti. Quarantotto sul suo blog ha effettuato una lucida (e secondo me condivisibile) analisi in merito alla proposta di riforma dell' euro proposta dall'economista francese Lordon.
Per chi non conoscesse quello l'idea di Lordon propone, può trovare tutto QUI. La parte cruciale del discorso, come ben evidenziato da 48, è questa : "L’equilibrio si ritrova se, invece di una moneta unica, si pensa a una moneta comune, ossia un euro dotato di rappresentanti nazionali: degli euro-franchi, delle euro-pesetas, ecc. Immaginiamo questo nuovo contesto in cui: le denominazioni nazionali dell’euro non sono direttamente convertibili verso l’esterno (in dollari, yuan, ecc.) né tra loro. Tutte le convertibilità, esterne e interne, passano per una nuova Banca centrale europea che funge in qualche modo da ufficio cambi, ma e privata di ogni potere di politica monetaria. Quest’ultimo è restituito a delle banche centrali nazionali e saranno i governi a decidere se riprendere il controllo su di esse o meno. La convertibilità esterna, riservata all’euro, si effettua classicamente sui mercati di cambio internazionali, quindi a tassi fluttuanti, attraverso la Banca centrale europea (Bce), che è il solo organismo delegato per conto degli agenti (pubblici e privati) europei Di contro, la convertibilità interna, quella dei rappresentanti nazionali dell’euro tra loro, si effettua solo allo sportello della Bce, e a delle parità fisse, decise a livello politico. Ci sbarazziamo così dei mercati di cambio intraeuropei, che erano il focolaio di crisi monetarie ricorrenti ali e-poca del Sistema monetario europeo (5), e al tempo stesso siamo protetti dai mercati di cambio extraeuropei grazie al nuovo euro. È questa doppia caratteristica che fa la forza della moneta comune. Allontanato così il fantasma della convergenza «automatica» delle economie europee, sappiamo che certe economie hanno bisogno di svalutare – a maggior ragione con l’attuale crisi! Ora, il dispositivo di convertibilità interna della moneta comune ha l’immensa virtù di rendere di nuovo possibili queste svalutazioni, ma in un clima di maggior tranquillità. L’esperienza degli anni ’80 e ’90 ha ampiamente dimostrato l’impossibilità di operare aggiustamenti del cambio in piena bufera di mercati finanziari interamente liberalizzati. La tranquillità interna di una zona monetaria europea libera dal flagello dei suoi mercati di cambio rende allora le svalutazioni dei procedimenti interamente politici, dove spetta alla negoziazione tra stati il compito di accordarsi su una nuova griglia di parità. E non solo le svalutazioni! Perché il tutto potrebbe essere configurato secondo l’International Clearing Union proposta da John Maynard Keynes nel 1944, che, oltre alla possibilità di svalutazione offerta ai paesi con forti squilibri esterni, prevedeva anche di obbligare alla rivalutazione i paesi con forti eccedenti" Nel leggere quello che Lordon propone, la mia impressione è che questo sia l'ennesimo tentativo di difesa dell'euro, a seguito di una forte operazione di "cosmetica economica" senza possibilità di riuscita. Come il buon 48 ci fa notare, il voler effettuare delle svalutazioni in base ad accordi politici, non farebbe altro che far rimanere intatti gli attuali rapporti di forza, con stati come la Germania a far la voce grossa, ed altri come l'Italia e la sua Ignava classe politica a subirne le conseguenze. Inoltre, vedere l'ennesimo economista che vuole ignorare quello che la teoria economica insegna, è veramente sconfortante. Come il professor Bagnai più volte ci ha detto, la strada sbagliata può portare solo nel posto sbagliato. Per capire meglio i limiti e le forzature dell' idea di Lordon, vi lascio alla lettura dei due eccellenti post che 48 ha scritto per noi : MONETA "COMUNE": PUNTI OSCURI, PRO-DOMO GALLIARUM... e MEADE E KALECKY VS. MUNDELL E HAYEK: IL "BANCOR" €URO-RELOADED P.S. Nella sezione Documenti Informativi, allego il PAPER DI CESARATTO suggerito da 48. Buona informazione a tutti. |
AutoreQuarantotto Archivio
October 2013
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