Da Orizzonte48 gli ultimi post sempre aggiornati su Costituzione, Europa ed euro, con le analisi puntuali e precise del nostro 48. Da Orizzonte48 : Buona informazione a tutti.
0 Comments
Dal blog di 48 ci giunge un interessante punto di vista sull'attualissima (e tragica) situazione dell'immigrazione nel nostro paese.
Da Orizzonte48 : Questo pezzo di Riccardo Seremedi è, secondo i suoi toni, "satirico": ma la situazione è pesantuccia. Ci illustra, se mai ce ne fosse stato bisogno, la "solidarietà" che permea l'UE. Non solo verso i suoi Stati membri. Ma verso la "Umanità" in generale. E, infatti, l'UE è stata insignita del Nobel per la pace. Vi diranno perchè ha evitato la terza guerra mondiale a origine, more solito, da questo continente. Ma è un pò come se un adulto dicesse a un bambino: "potrei ucciderti, ma non lo faccio. E questo dimostra quanto sono buono e ti voglio bene." E poi l'adulto può continuare, confidando nella sua alta etica, a sottoporre il più debole a ogni tipo di vessazioni e privazioni, materiali e psicologiche, che non implichino la violenza fisica. Basta, dunque, che non sia guerra coi carri armati...che in fondo costa di più ed ha molti ed indesiderati "sottoprodotti". Questa bella cultura "solidale" e rigorosamente "sovranazionale", non poteva far mancare il suo acme nei confronti di questi "immigrati economici" che si "inventano", di sana pianta, miseria e guerre civili...in cui l'Occidente LIBERISTA non c'entra nulla. Ma proprio nulla. HELLZAPOPPIN' “ E' proprio roba da matti... in quindici anni che proietto film, uno come questo non mi era mai capitato... Questo è un film pazzo! Eccome! E' Hellzapoppin'!” Proprio come nel film, stiamo assistendo in queste ultime settimane a situazioni che varcano il limite dell'assurdo e del nonsense, acrobazie linguistiche che s'inoltrano nei perigliosi sentieri della metasemantica, contorsionismi e gag involontarie che smantellano ogni senso comune, decostruendo quelle che appaiono essere le relazioni cardinali della realtà quale appare. Non ci eravamo ancora ripresi dagli equilibrismi a Palazzo Madama ed ecco che la tragedia di Lampedusa rinnova e amplifica gli equivoci dell'Unione Europea e di un governo-fantoccio prono ad essa, facendo emergere tutte le ipocrisie e le doppiezze di questi grigi tecnocrati iperborei. Già nel 2011 – dopo l'inizio della Primavera Araba e della guerra in Libia – con l'aumento esponenziale di profughi in fuga, l'allora ministro degli Esteri Franco Frattinisollecitò l'Unione Europea all'attivazione della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, cercando una collegialità nella gestione dell'emergenza; la Germania, che ha fatto della solidarietà e della condivisione il proprio motto (Deutschland uber Alles ), rispose per bocca del ministro federale dell'Interno Hans-Peter Friedrich, che dichiarò al quotidiano “Die Welt”: “l'Italia deve risolvere da sola il problema dei profughi”, aggiungendo al postutto che “non c'è alcuna ragione per attivare di nuovo la normativa sull'esodo di massa”, posizione confermata dalla commissaria UEMalmstroem perché quando Mamma Germania comanda, picciotta risponde. Che fosse una situazione esplosiva – com'è una guerra civile – venne confermato dai dati ufficiali forniti dal sottosegretario dell'Interno Sonia Viale alla commissione Affari costituzionali della Camera che certificarono, nel 2011, uno sbarco complessivo di 42.807 profughi (di cui 24.356 solo tunisini), a fronte dei 4.406 dell'anno precedente. E per far comprendere ancor meglio il concetto, un altro strusciamuri dell'UE, tale Matthew Newman, ribadì che: ”Quanto abbiamo visto finora è che le persone arrivate in Italia dalla Tunisia sono per lo più migranti per motivi economici, quindi se ne stanno occupando le autorità italiane e sono loro i responsabili”. Caspita, Ponzio Pilato era un dilettante paragonato a voi! Frasi come queste, che fanno a pugni con la tanto strombazzata multiculturalità e fratellanza universale, rendono ridicola e surreale la motivazione con cui nel 2012 il comitato norvegese ha attribuito all'Unione Europea il Nobel per la pace: “Il Comitato ha deciso di assegnare il premi Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea: L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa […] Il lavoro dell'UE rappresenta la”fraternità” tra le Nazioni e costituisce una forma di “congressi di pace” ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace”. Queste parole, costituenti un monumento considerevole alle luci purissime della benevolenza e dell'amore, non sembra abbiano avuto molto seguito nel compassionevole consesso di Strasburgo; a inizio ottobre la commissione migrazione dell'assemblea del Consiglio d'Europa ha rampognato l'Italia, giudicando “sbagliate o controproducenti” le misure prese in questi anni per gestire i flussi migratori. Il rapporto critica la gestione dei CPT e i ritorni forzati di immigrati in paesi come la Libia, dove rischiano la tortura o la vita stessa; si afferma altresì che “a causa di sistemi di intercettazione e dissuasione inadeguati, l'Italia si è trasformata in una calamita per l'immigrazione, richiamando persone che cercano un'esistenza migliore all'interno dell'area Schengen”. Che ipocrisia! Montagne di moralismo e melassa maleodorante da parte di persone (?) con un microprocessore al posto del cuore, dove le convenienze spicciole si soppesano col bilancino del farmacista. Solo due anni fa si affermava il non status di profughi di guerra e l'implicito assenso al rimpatrio, adesso si condannano gli stessi provvedimenti perché potenzialmente pregiudizievoli. Cos'è cambiato da allora? Sarà proprio il Nobel che impone comportamenti, almeno dal punto di vista mediatico, eticamente più “spendibili”? Sarebbe interessante sapere quali siano per le “teste d'uovo” di Strasburgo i “sistemi di dissuasione e intercettazione adeguati”. Forse quelli usati da Zapatero nel 2005 a Ceuta e Melilla – enclaves spagnole sulla costa marocchina – dove la Guardia Civil, rafforzata da 2 mila militari, per fronteggiare 600 disperati ha aperto il fuoco uccidendo 5 persone (compreso un neonato) e ferendone un centinaio. Oppure come in Grecia dove, per bloccare l'immigrazione clandestina proveniente da Iraq, Afghanistan, Iran, Pakistan, si sta costruendo un muro alto cinque metri e lungo circa dodici chilometri al confine con la Turchia, nella regione del fiume Evros vicino alla cittadina di Orestiada. Ma questa è roba da PIIGS, dirà il cicisbeo nostrano, queste cose Lassù non le fanno! Spiace deludere coloro i quali pensano a quelle latitudini come vette di sublime perfezione. In Svezia, terra cara alla commissaria UE Camilla Malmstroem, a meta maggio sono scoppiati violenti scontri a Husby, quartiere a nord della capitale, 12 mila abitanti con l'80% di immigrati siriani, afgani, sudamericani, iracheni; la protesta si è trasformata in sommossa, con numerose autovetture incendiate, e si è estesa a Skarpnack, Norsborg, Rinkeby - quartieri che circondano la capitale a forte prevalenza straniera – nonché ad altre città della Svezia. Dalla polizia non continua a trapelare nulla sulla nazionalità dei dimostranti. Anche i giornali che provano a violare il muro del politicamente corretto vengono smentiti: sono immigrati, ma non si può dire. L'OCSE ha rivelato che in Svezia c'è la più alta divergenza al mondo tra occupati svedesi e occupati di altre nazionalità; le periferie sono ricettacoli di risentimento e frustrazione, con percentuali di discoccupazione del 10%. Anche il virtuoso Quarto Reich ha da insegnarci qualcosina. Nel rapporto succitato si afferma che alcune delle scelte fatte dalle autorità italiane “rischiano di minare la fiducia nell'ordine legale europeo e nella convenzione di Dublino” e che “l'Italia non ha aiutato gli altri paesi membri della UE a condividere la responsabilità”. Chissà se Malta invece li avrà convinti: dopo avere lasciato per tre giorni un gommone con 102 persone a 25 miglia dalla costa e facendo orecchie da mercante con la sora Camilla, il primo Ministro maltese Joseph Muscat ha ringraziato personalmente il Nostro Presidente del Consiglio dalla larga scriminatura che gli aveva, nel frattempo, tolto le castagne dal fuoco accogliendo i migranti a bordo della nave Salamis, sbarcandoli in seguito a Siracusa; alla fine smaglianti sorrisi e grandi pacche sulle spalle ma Letta è contento così, egli ha fatto suo l'aforisma di Ennio Flaiano: “A furia di leccare, qualcosa sulla lingua rimane sempre”. Giova ricordare ai nostri distratti “inquilini” comunitari e alle sinistrate anime belle nostrane che l'escalation di migranti (adesso si preferisce chiamarli così, fa più “fino”) si è avuta proprio in concomitanza di interventi “umanitari” in Libia e Ciad ( Sarkozy era tanto preoccupato per i libici che, a guerra finita, si è recato a Tripoli con la crocerossina della Total, Christophe de Margerie), passando per le ribellioni “spontanee” e “locali” che sarebbero poi sfociate nella cosiddetta Primavera Araba. Tali moti di piazza non sembrano essere tanto spontanei se anche il New York Times(aprile 2011) ha dovuto intitolare: “Gruppi americani hanno favorito la diffusione della Primavera Araba". Tanto per citarne qualcuno: “Otpor!” in Serbia e in altri paesi, il “Movimento Giovanile 6 aprile” in Egitto, il “Centro per i Diritti Umani” del Bahrain, il “Fronte Nazionale per la salvezza della Libia”, “Donne sotto assedio” in Siria, “Golos” in Russia, la “Fratellanza musulmana” ecc. Questi gruppi hanno ricevuto finanziamenti dal National Democratic Institute (NDI), dal Freedom House di Washington e addestramento da CIA e MI5. Ad esempio il “Movimento Giovanile 6 aprile” è collegato con il CANVAS (Centro per l'Azione e le Strategie Applicate Non Violente), una ONG chiamata “Otpor!”, creata dal governo americano in Serbia nel 2000 e finanziata dall'Open Society Institute di George Soros per rovesciare il governo di Milosevic. Vi sono gruppi che non finanziano ma creano dal nulla le Primavere e le Rivoluzioni: è il caso dell'International Crisis Group, che vanta tra i membri Simon Peres, il governatore della Banca d'Inghilterra Stanley Fisher, lo stesso Soros, gli storici della manipolazione geopolitica come Zbigniew Brzezinski, Richard Armitage, Samuel Berger e il generale Wesley Clarck e, udite udite la dimessa e tanto caruccia Emma Bonino. Niente male come parterre de rois! Anche i finanziatori offrono solide garanzie quanto a rispetto di diritti umani e sostenibilità ambientale: BP, Chevron, Shell, Statoil e la società mineraria (platino, diamanti, minerali ecc.) Anglo American PLC. Capito perché Putin non vuole in Russia “filantropi” di tal risma? Altro che omofobia e baggianate varie! L'economista e africanista Gérard Azoulay ( Les théories du développement, Presses universitaires de Rennes 2002-2004) ha evidenziato che, dagli anni '90 in poi , in Africa si è avuta la più grande divaricazione tra i redditi più bassi e quelli più alti (sia in termini assoluti che relativi) da due secoli; la globalizzazione neoliberale ha affinato e trasformato i metodi che erano propri del colonialismo, camuffando atti predatori e spoliazioni di intere aree conazioni di peacekeeping, a cui segue immancabilmente l'ingresso di ONG(Organizzazioni non governative) che danno al tutto una parvenza di legalità. Un'altra opzione a favore dell'Occidente filantropico “esportatore” di democrazia (e importatore di petrolio ecc.) è data dalla possibilità, senza sporcarsi le mani, di concludereaccordi commerciali perversi con gruppi di insorti, soggetti non legittimati alla vendita di diritti di sfruttamento. Ciò ha portato alla stipulazione di contratti “pronto-contro-termine” (la cui risoluzione è differita nel tempo) tra gruppi ribelli e imprese internazionali: se il conflitto non c'è lo si fa scoppiare, se già esiste lo si acuisce: accordi commerciali di questo tipo si chiamanoBooty Futures, sono illegali ma divenuti oggi un must, soprattutto per gli Stati Uniti. Uno dei contratti più sostanziosi (quasi un miliardo di dollari) è stato firmato da Kabila conl'American Mining Fields, a guerra iniziata, per l'estrazione di diversi minerali presenti nel bacino del Congo e nelle regioni meridionali del paese; le possibilità di guadagno sono immense: oltre a uranio, diamanti e a una quantità spropositata di metalli, la Repubblica Democratica del Congo detiene l'80% delle riserve mondiali di COLTAN (columbite-tantalite). Che cos'è il coltan? Il coltan è un minerale metallico termoresistente, ottimo conduttore di corrente che - nel mondo hi-tech in cui viviamo - è diventato una sorta di Sacro Graal: alla base delle incredibiliperformance degli smartphones e dei computer moderni c'è proprio questo minerale e chi lo controlla, non è esagerato affermarlo, controlla il mondo. Sembra che il destino del Congo contemporaneo sia lo stesso che descriveva Joseph Conrad in “Cuore di tenebra”. Cambiano gli attori ma la tragedia è sempre la stessa: centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi. Un altro fenomeno caratterizzante delle moderne guerre africane è la “privatizzazione” della guerra, anch'essa un riflesso del neoliberalismo.Oggi i nuovi mercenari sono rappresentati dalle cosiddette “compagnie militari private” (CMP) e le loro sorelle “compagnie di sicurezza private” (CSP) che incarnano l'evoluzione in chiave globale del mercenarismo di ventura. Si tratta di imprese di servizio con quartiere generale nei paesi ricchi e molte ramificazioni mondiali, spesso quotate in borse internazionali o possedute da gruppi finanziari. Queste “aziende” agiscono in un vuoto di legalità, svolgendo attività formalmente legate alla “sicurezza” e alla “difesa”, ma sovente – per via di intrecci d'interesse tra politici, corporations finanziarie e industria degli armamenti – sono accusate di fomentare disordinicoadiuvando o creando moti insurrezionali volti all'acquisizione di vaste porzioni di territorio che diventeranno oggetto di sfruttamento della multinazionale di turno, spesso e volentieri legata a filo doppio con la CMP. E' rimasto famoso lo scandalo in cui è stato coinvolto Mark Thatcher, figlio di Margaret, per rovesciare il governo in Guinea Equatoriale; in quell'occasione si è coniato il termine“rent-a-coup”, colpo di Stato in affitto. Per citare solo un altro esempio di questo genere, Jean-Christophe Mitterand, figlio dell'ex presidente francese François, è stato anch'egli indagato dalla magistratura francese per simili traffici illeciti compiuti in Africa e legati al mondo delle CMP. I nostri alleati, alla NATO come nell'UE, dovrebbero sapere che l'esportazione della guerra (o democrazia?) porta, come diretta conseguenza, “l'importazione” di sfollati e profughi che, nel caso dell'Africa, vedono il Belpaese come Porta Aurea . Purtroppo il governo d'Italia si raccoglie sempre più nelle mani di una presuntuosa e impalpabile mediocrazia - o meglio ancora una onagrocrazia, “dominazione di ignoranti attivi e di asini selvatici”, come ebbe a dire Benedetto Croce - che ci sta portando, prima con Monti e ora con Pinotto Letta, ad essere il futuro diciassettesimo Land tedesco, reclinando il capo anche quando si avrebbero ottime ragioni per farsi valere. Lo spettacolo offertoci dai media (segnatamente Bruno Vespa) e dai politicanti nelle ore successive alla tragedia di Lampedusa è stato, nel rispetto delle vittime, all'insegna di Strapaese, il movimento di Mino Maccari di fine anni '20. “Siamo nati in campagna! Abbiamo bazzicato per le osterie! Abbiamo amici fra i barrociai, fra i vetrai, fra i contadini, fra gli artigiani!...Si finisse a Picadilly, ed alla Fifth Avenue, sempre ragioneremo e discorremo alla maniera antica italiana[...]. Ecco tutti trafelati a rincorrere una telecamera per esternare il proprio sgomento, con “Don't Cry for me Angelino” particolarmente assiduo nel presentarsi ai cronisti, cercando sempre con lo sguardo – durante le interviste – il monitor di servizio per accertarsi del grado di afflizione e fotogenìa; “Quanto ho atteso questo momento” avrà pensato mentre rispondeva con linguaggio affettato alle domande dei giornalisti, cercando le parole più acconce per convincerci che lui adesso “cammina da solo”. Dopo avere pugnalato alle spalle il suo creatore, Angelino ha ottenuto dal PUDE l'imprimatur di statista e adesso può librarsi nell'aere come un bianco cigno dopo essere rimasto troppo a lungo brutto anatroccolo. “Qui o signori, incomincia la storia di Strapaese(...),dove il sindaco veste di fustagno, non c'è la tassa sui cani e non ci sono orinatoi, perché la gente piscia al muro(...) dove i moccoloni ruzzano e le donne sono sempre gravide[...]. Quella a cui abbiamo assistito è stata una sagra paesana dell'Assurdo, un'Italia campagnola e caciarona, terrigena e neocontadina, con personaggi da osteria e il sindaco in pompa magna, il curato di campagna e il grullo delle giostre che c'ha le chiappe chiaccherate; “venghino, signori, venghino!” … è arrivato l'Uomo delle Stelle! ... tutti a salutare mamma con la manina, il “quarto d'ora di celebrità” a buon mercato che non si nega a nessuno. Passata la festa resta sempre il dopo sbornia e un gran mal di testa. Hans-Peter Friedrich, Ecce Homo, è ritornato alla carica ed ha fermamente escluso un ripensamento delle regole europee in materia di rifugiati, limitidandosi ad auspicare un inasprimento delle pene per i trafficanti di uomini; era prevedibile che i toni enfatici e queruli dei giorni scorsi dovessero lasciare il posto alla realpolitik in salsa alemanna. Avviso ai naviganti: il Manovratore a Berlino è all'erta e il Ruggito del Coniglio del presidente del Consiglio non lo tange. Buona informazione a tutti. E dopo "IL TRAMONTO DELL'EURO" del Professor Bagnai, arriva anche il libro del professor Luciano Barra Caracciolo alias 48 "EURO E(O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE".
Per descriverne il contenuto e lo scopo vi lascio alle parole dell'autore, da Orizzonte48 : EURO E(O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: THE COMING OUT "1- Allora questo è il libro già preannunziato. Vi troverete discorsi ripresi dai post, in buona parte, ma anche un filo conduttore, una cornice organica fondamentale, che cercherà di guidarvi in quella necessaria compenetrazione tra aspetti economici e aspetti giuridici che rimane il tema centrale per un recupero della democrazia. 2- In copertina avete Calamandrei, Lelio Basso e Fanfani, contrapposti a Schauble, Olli e Juncker. (Notare la sostanziale somiglianza fisica tra gli ultimi tre, con piccoli dettagli differenzianti come occhiali o gradi...di fronti "variamente spaziose"; il che ci "interroga" sui "normotipi" antropologici, secondo varie versioni che risalgono al positivismo ottocentesco...). Il libro si sviluppa su un processo di "immedesimazione" (nel mio piccolo), che origina da una domanda che voi stessi ponete con urgenza: "Cosa direbbero oggi i costituenti? 3- Dovrebbe debuttare "a partire" dal 15 ottobre nelle librerie giuridiche e in quelle del circuito di distribuzione della casa editrice. Questi i distributori della casa editrice, nelle varie zone d'Italia. 4- Sarà anche possibile rinvenirlo, a quanto mi dicono (in realtà se voi lo ordinate e poi verificate mi sa che è "meglio"), nelle librerie Feltrinelli, settore libri giuridico-economici. Ma sempre dal 15 ottobre in poi. Una volta che sarà inserito nel "catalogo" della Dike, parrebbe, lo potrete ordinare anche nelle altre librerie diciamo "generaliste". Ma questo punto non mi è chiaro. Ho cercato di chiarirlo, ma, siccome non riesco a decodificare la risposta datami, non posso dirvi altro che: tentate. 5- O se no, trovate la libreria giuridico-forense (o, in alcuni casi, "universitaria") dalle vostri parti o nella lista di librerie di regolare distribuzione dell'editore (sopra inserita) e cortesemente recatevi lì. 6- Oppure provvedete, ripeto on line: quando comparirà il libro, - voce del catalogo: "in uscita" o , poi, "recenti pubblicazioni"- sotto ci sarà l'indicazione "per prenotare" (non è che non mi fido che sia comprensibile, è che proprio mi devo rassicurare di aver capito). Vedremo se il libro sarà inserito nella voce libri "in uscita" anche prima del 15 ottobre. 7- Per non sbagliarvi, se cominciate massicciamente a richiedere informazioni alla casa editrice, utilizzando il link "contatti" inserito nella Home page: almeno crederanno che c'è qualcuno interessato (non parevano credermi molto e, in effetti, solo voi sapete...la verità :-) ). E che non siano coinvolti semplicemente i soliti lettori (ipotetici e di una ristretta elite) della saggistica tecnica. In fondo questo libro l'ho fatto per consentire a voi di avere uno strumento resistenziale per districarvi tra le spire mediatiche del PUD€ e per poter, in prima persona, DIFENDERE LA COSTITUZIONE. 8- PER EVENTI DI "PRESENTAZIONE", COME MOLTI SAPRANNO, DI SICURO CI SARA' PESCARA IL 27 OTTOBRE. PER ALTRE COSE, PROVEREMO A FARE IL POSSIBILE, SPECIALMENTE SE SARETE VOI STESSI A CREARE SITUAZIONI "INVITANTI". SPERO DI POTER FARE PRESTO ULTERIORI E POSITIVI AGGIORNAMENTI" Buona informazione a tutti. Che la libera informazione avesse iniziato a dare fastidio all'€uroPude è diventato chiaro in questo post di Bagnai, ed in questo passaggio : Quarantotto torna sull'argomento con un articolo ad hoc che voglio riproporvi per avere un quadro più chiaro del futuro sul reato di opinione :
LA VERITA' DEMOCRATICA, L'OLIGARCHIA €UROPEA E I REATI DI OPINIONE Vi sottopongo un commento al post di ieri che pone l'attenzione su un problema essenziale. E perciò merita un focus tutto suo. E non solo sullo scenario dell'euro-exit, ma, proprio su uno degli aspetti fondamentali della "verità" nascosta, in specie sulle vere ragioni di quella "alienazione" della pubblica amministrazione dal cittadino, apparentemente inefficiente e ottusamente burocratico-penalizzante, che dà la stura ai livorosi contro lo Stato e a favore dell'€uropa: Buongiorno, un punto che lei ha già discusso più volte è il probabile tentativo di "riciclarsi" di tutte queste persone che ora prendono queste decisioni scellerate, quando sarà evidente a tutti la disfatta. Ovviamente non sarà possibile un ricambio totale della pubblica amministrazione e credo nemmeno della politica. Il dubbio che mi sorge però è: abbiamo ancora le competenze per gestire la sovranità? Lei ha un punto di vista privilegiato: quante sono le persone nelle Istituzioni che sarebbero pronte per un cambio di paradigma? Il discorso è analogo all'industria: a forza di deindustrializzare e finanziarizzare, quanti sono gli imprenditori italiani che saprebbero approfittare della trasformazione? Le domande non sono provocatorie, ma servono per farmi un'idea il più possibile realistica della situazione (solo uno come Prodi direbbe che visto che non ci sono più competenze tanto vale fare gli Stati Uniti d'Europa). Spero di non fare domande troppo banali, ma sono nato dopo il cosiddetto "divorzio", sono cresciuto nel "sogno" dell'euro e devo dire che leggendo questo ed altri blog mi si è aperto un mondo che non immaginavo. Con stima, GianRisposta (opportunamente integrata in questa sede): Nell'immediato, non avremmo le competenze di governance e di capacità industriale, in effetti. Ma, pur essendo ciò un grave problema, si era profilato anche nel 1943-45 (anche se sul piano produttivo al tempo la questione era più semplice). Nella pubblica amministrazione, il problema sarebbe minore: la complicazione normativa, procedurale e gestionale, deriva essenzialmente dal caotico sovrapporsi di standard e slogan UE e dall'ossessione fiscal-finanziaria che ci ha inondato da Maastricht in poi. Insomma, senza l'€uropa, (e purchè non si faccia come Cameron), l'idea di rendere la p.a. un interlocutore che freni, punisca, metta in stallo, pur di non dover erogare un pubblico beneficio (in modo da rispettare i parametri di Maastricht!), dovrebbe venir meno. E con esso pure le pletoriche strutture e sprechi legati alla cosmesi politically correct UE...Hopefully Di questi aspetti, nell'ambito di un discorso più ampio, abbiamo parlato in questo post e in quest'altro. Fin dall'esordio di questo blog. Ma, c'è un "ma". Non basta che la verità su questi aspetti sia coperta da un rigoroso blocco mediatico che noi riassuntivamente chiamiamo PUD€. Ora, visto che qualche squarcio di informazione veritiera pare diffondersi, - non molto, ma per "loro" è sempre troppo- si preannuncia che dire la verità, in dissenso dalla propaganda ufficiale, diventerà reato d'opinione."...quello che ci stiamo dicendo qui potremo dircelo ancora per poco, la critica alla troika sta diventando reato di opinione in Grecia, e presto lo sarà in tutta l'Eurozona". Dobbiamo perciò correggerci. Avevamo detto che: I "reati d'opinione" non sono una costruzione europea. L'Europa si disinteressa "operativamente" della materia con la famosa clausola dell'art.6 del TUE. Lascia la materia alla sfera di competenza degli Stati. E alle enunciazioni delle varie Carte dei diritti, entrate a far parte del diritto internazionale generale. E neanche a dire che i "reati di opinione" non siano stati affrontati e stigmatizzati, più o meno direttamente, nelle Costituzioni democratiche, sicuramente in epoca anteriore a Maastricht, e nello stesso diritto internazionale generale. Il punto è che sia la Corte costituzionale che la stessa Corte Europea dei Diritti dell'Uomo prendono da decenni posizione, cassandoli, sui vari "reati" di questo tipo, caratterizzati da clausole spesso incentrate sulla tutela della "personalità dello Stato" o il "sentimento religioso", cioè clausole c.d. "generali", in cui è più forte il pericolo della indefinizione dei presupposti che possono portare alla punizione dell'individuo. In Italia, la materia è stata rivisitata, sulla scorta di varie pronunce della Corte costituzionale, dalla legge 24 febbraio 2006, n.85. Ma è un fatto che, se la Corte non è intervenuta prima degli anni 2000, è perchè questi reati sono praticamente in desuetudine, cioè in concreto disapplicati. E grazie all'art.21 Cost.: ma più ancora, alla grande sensibilità che la Costituzione democratica pluriclasse ha innervato nel senso condiviso della comunità (smentendo che questo possa mai incentrarsi sul solo "diritto di proprietà") senso condiviso che v.H.avrebbe certamente condannato, perchè frutto della deprecabile "demarchia". Come pure è un fatto, che a seguire la teoria generale dello Stato e del diritto naturale (Legge) di v.H., oggi, avremmo come fattispecie penali, duramente punite, lo "sciopero" e l'"associazione sindacale Dovremo prendere atto che l'Europa non si disinteressa più del problema. Evidentemente, non considerando più controllabile il dissenso che si affaccia nei singoli Stati e, questi ultimi, come affidabili controllori (in sub-appalto). Ma questo, a onor del vero, è uno sviluppo del tutto coerente con quanto esposto nel passaggio sopra riportato. Va infatti chiarito che i "reati d'opinione", non sono tanto il portato dei regimi totalitari del '900, che sopprimendo le libertà civili e l'effettivo diritto di elettorato, e radicalizzando la coincidenza tra "partito unico" e istituzioni dello Stato, semplificavano il quadro: cioè rendevano reati commissivi, o di omissione, a fattispecie molto ben definita, il solo essere sospettati non tanto di "pensarla diversamente", ma la semplice "non adesione" alle manifestazioni istituzionali del regime. Bastava cioè esser parte di una formazione politica - o anche solo culturale- non coincidente con il partito totalitario per essere contro lo Stato, senza distinzioni. I "reati d'opinione", invece, sono tipicamente espressione degli Stati liberisti-oligarchici, dove vige l'apparente eguaglianza formale ma le posizioni di partenza, differenziate, tra i cittadini, sono concepite come il frutto di un naturale sviluppo delle diverse capacità e meriti degli individui. E su questa premessa, lo Stato, tutelerebbe l'intera società provvedendo, con le sue politiche, a ratificare ed a rafforzare le differenze sociali di fatto (o anche il canale preferenziale dato a chi si adegua alle gerarchie istituzionali e sociali così sancite. Autentica "chicca"). Ecco che, allora, criticare l'assetto distributivo "ineguale", diviene un attentato all'ordine costituito. E questo, naturalmente, include la sua forma operativa, cioè il diritto di associazione sindacale e di sciopero, ma, ed è questo il punto, anche la premessa di ciò: cioè la mera analisi, in base a strumenti scientifici (economici, sociologici, giuridici) della falsità dell'idea che le diseguaglianze di fatto corrispondano a un ordine naturale. Il che mina alla base il "liberismo" e il suo volto concreto del capitalismo "sfrenato", basato sulla negazione del conflitto sociale, sul lavoro come "merce" e sulla istituzionalizzazione dell'"esercito di riserva dei disoccupati". Caratteri eloquentemente perseguiti dalle attuali politiche €uropee a trazione germanica. Diviene allora chiaro come, il disegno di Maastricht-Lisbona, imperniato sull'euro, nella fase del suo trionfante consolidamento, ricorra, senza più preoccupazioni di facciata (la famosa cosmesi e i vuoti enunciati di qualche norma dei trattati), alla riedizione del reato d'opinione. Confermando la sua natura di super-ordinamento sovranazionale, liberista e oligarchico, giunto a un punto di affermazione incontrastata, tale da poter definitivamente dichiararsi come tale, eliminando una volta per tutte l'ingombro delle Costituzioni democratiche; le cui clausole, complessivamente, escludevano e sigillavano, nel campo della disapplicazione de facto, i residui ottocenteschi dei reati di opinione, laddove ancora sopravvissuti all'affermazione della Sovranità come processo costituente popolare volto all'affermazione dei diritti sociali. Eccoci serviti, dunque. Chissà se potremo mai più ripetere un discorso come questo..." Buona informazione a tutti. |
AutoreQuarantotto Archivio
October 2013
|