Tenetevi aggiornati sulle notizie che arrivano dalla Germania, con i più interessanti articoli della stampa alemanna tradotti per noi da Voci dalla Germania. Da Voci dalla Germania : Buona informazione a tutti.
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Su Voci dalla Germania è stato tradotto un articolo apparso sull'edizione tedesca del WSJ, dove sono stati riportati gli stralci dei verbali riservati del FMI in merito al "salvataggio" Greco. Dai verbali si capisce chiaramente che i promotori del "salvataggio" volevano tutelare solo i creditori e non la Grecia e i greci, e che c'erano fortissimi dubbi sulla riuscita del programma di aiuti.
"Che il salvataggio greco sia stato fatto su misura dei creditori esteri di Atene, lo sapevamo già. Adesso arrivano i verbali segreti delle sedute del FMI a confermalo. Dal wsj.de" Da Voci dalla Germania : I documenti confidenziali del FMI sul caso greco "La Grecia nel 2010 doveva essere salvata con un pacchetto di aiuti miliardario? I documenti confidenziali di cui è in possesso il Wall Street Journal mostrano che il FMI al proprio interno era profondamente diviso. Nonostante cio', si decise di concedere ugualmente gli aiuti. I documenti confidenziali sono in palese contrasto con le dichiarazioni ufficiali del FMI e non mancheranno di riaccendere la discussione sul possibile taglio del debito greco. La Germania ed altri altri stati europei infatti continuano a rifiutare una ristrutturazione del debito greco nel tentativo di nascondere agli occhi dei propri elettori la reale situazione. Ma visto che il FMI in futuro non intenderà concedere nuovi aiuti alla Grecia se il debito non dovesse scendere, molto probabilmente si dovrà arrivare ad una decisione in questa direzione. Un terzo dei membri del FMI aveva dei dubbi Data l'estrema incertezza che caratterizzava l'intero piano di salvataggio, sin dall'inizio il FMI si è pronunciato a favore di un taglio del debito. Il primo piano di aiuti è stato approvato il 9 maggio 2010, e gli atti relativi alla decisione - catalogati come segreti o altamente confidenziali - ci offrono una visione degli avvenimenti interni al FMI. Quasi un terzo di tutti i membri del consiglio direttivo, che insieme rappresentano oltre 40 paesi non europei, secondo gli atti, avevano dei forti dubbi sull'intero piano di salvataggio greco. Erano in molti a ritenere che il programma di salvataggio stava spostando sui greci l'intero onere dell'aggiustamento, mentre dai creditori europei non si pretendeva alcuna rinuncia. Molti membri del FMI sostenevano infatti che il salvataggio non avrebbe avuto successo se i creditori esteri della Grecia non avessero rinunciato ad una parte dei crediti. "Sul tavolo della discussione dovrebbe esserci la possibilità di una ristrutturazione del debito", affermava Pablo Andrés Pereira durante la difficile riunione del 2010, all'epoca direttore esecutivo e rappresentantante argentino. Il fondo, secondo Pereira, "corre il rischio di ritardare o addirittura peggiorare l'inevitabile default greco". I rappresentanti di Brasile, Russia, Canada e Austrialia, sempre secondo gli atti, nella stessa seduta hanno parlato degli immensi rischi cui il programma di salvataggio andava incontro. Il rappresentante brasiliano al FMI, sempre secondo gli atti, definiva il piano "inappropriato e decisamente non sostenibile" o piu' semplicemente un "salvataggio dei creditori privati dello stato greco, soprattutto degli istituti di credito europei". I rappresentanti europei ed americani, che nel consiglio direttivo hanno oltre la metà dei diritti di voto, sono comunque riusciti ad ottenere un numero sufficiente di voti per approvare il programma di salvataggio. Il programma di aiuti finanziari prevedeva infatti come condizione una forte riduzione del debito ed un aumento delle tasse. La ristrutturazione del debito - sotto forma di rinuncia dei creditori, riduzione dei tassi oppure un allungamento della durata - non era prevista. E cio' ha salvato i detentori di titoli greci (principalmente banche europee) dalle perdite in cui sarebbero incorsi con una ristrutturazione. Gli interessi europei sono piu' importanti di quelli greci Alcuni dei membri del FMI all'epoca contrari al programma di salvataggio, continuano a sostenere che sono stati tutelati gli interessi dei paesi creditori, ma non quelli greci. Dal 2009 l'economia greca si è ridotta di un quinto e il tasso di disoccupazione del paese è salito a quasi il 28 %. La situazione attuale spinge il FMI a chiedere ai paesi europei una rinuncia ai crediti, almeno stando alle recenti dichiarazioni degli attuali rappresentanti del FMI. "Il piano di aiuti non è stato un programma di salvataggio per la Grecia, piuttosto dell' Eurozona", dice uno dei rappresentanti del FMI presenti alla riunione del 2010. I documenti riservati mostrano che diversi membri nel consiglio direttivo del FMI sin dall'inizio guardavano con molto scetticismo alle previsioni economiche: le consideravano "eccessivamente ottimiste" oppure "troppo positive". Per molti versi, la storia del piu' grande pacchetto di salvataggio approvato dal FMI, dovrà essere interamente riscritta. L'allora direttore del FMI Dominque Strauss-Kahn nel maggio 2010 dichiarava ai giornalisti che il fondo "non aveva alcun dubbio sulle possibilità di successo del piano". Ma dietro le quinte una parte importante del direttorio nutriva dei forti dubbi sull'efficacia del piano o addirittura era arrabbiata, almeno da quanto si legge fra i verbali delle riunioni. Rabbia e frustrazione nel direttorio FMI Gli aggiustamenti finanziari richiesti alla Grecia sono uno "sforzo immane a cui l'economia non riuscirà a far fronte", ha dichiarato l'ex direttore del FMI, l'indiano Arvind Virmani, durante la seduta in cui è stato approvato il primo pacchetto di salvataggio. Il numero uno del fondo si era infatti già chiesto se le dimensioni del risparmio che il FMI si aspettava dalla Grecia non avrebbero piuttosto fatto fallire il programma e portato il paese al default. Tutti i tentativi di raggiungere l'ex capo del FMI Strauss-Kahn per avere un commento sul tema purtroppo sono andati a vuoto. Nel frattempo il FMI ha riconosciuto alcuni errori. In un rapporto pubblicato nel mese di giugno, il Fondo ha finalmente ammesso che alcune proiezioni finanziarie erano troppo rosee. I funzionari del FMI tuttavia hanno sempre sottolineato le loro buone intenzioni: quando nel 2010 il piano di salvataggio è stato approvato, il FMI nelle proprie considerazioni interne non riteneva necessaria una ristrutturazione del debito. "Nel maggio 2010 sapevamo che la Grecia avrebbe avuto bisogno di un fondo di salvataggio ma non che sarebbe stata necessaria una ristrutturazione del debito", ha detto il direttore del FMI Christine Lagarde in un'intervista rilasciata in giugno. "Non sapevamo che la situazione economica generale sarebbe peggiorata cosi' rapidamente come poi ha fatto", sempre Lagarde. Nei primi mesi del 2011, quando orami era chiara la non sostenibilità del debito, il FMI ha preteso una ristrutturazione, conferma un portavoce del FMI. Già nel 2010 si parlava di un taglio del debito I documenti confidenziali del FMI mostrano che sin dall'inizio si parlava apertamente della necessità di ristrutturare il debito greco. Nella seduta del maggio 2010 i rappresentanti del Medio oriente, dell'Asia e dell'America Latina hanno chiesto piu' volte perché questa opzione non fosse stata presa in considerazione. I rappresentanti europei invece sono rimasti "molto sorpresi" quando la Svizzera "con molta enfasi", all'interno del consiglio direttivo FMI si è schierata a fianco dei critici, sempre secondo i verbali delle sedute. "Perché una ristrutturazione del debito e il coinvolgimento del settore privato non sono stati contemplati dal piano di salvataggio?", chiedeva il rappresentante svizzero René Weber. Oggi il FMI sostiene che nel 2010 una ristrutturazione non sarebbe stata praticabile. Il rischio che i problemi finanziari greci potessero diffondersi anche verso altri paesi era troppo grande. Una larga parte dei titoli di stato greci allora era in possesso delle banche tedesche e francesi. Per questa ragione la ristrutturazione non era una possibilità contemplata dai capi di stato europei. E gli USA temevano per i loro investimenti miliardari nel capitale delle banche europee. L'attuale presidente del FMI Lagarde, all'epoca ancora Ministro delle finanze in Francia, era impegnata a limitare con ogni mezzo le perdite per le banche del suo paese. Le banche francesi avevano infatti una grande esposizione verso la Grecia. Nel 2013 nel direttorio del FMI arriva la svolta In una relazione del giugno 2013 il FMI ha ammesso "carenze significative" nel programma di salvataggio greco, sebbene il fondo avesse già indicato la strada da seguire. "Sin dall'inizio sarebbe stata preferibile una ristrutturazione del debito, sebbene per i partner europei fosse inaccettabile", si dice nel rapporto. Il FMI constata che sin dall'inizio l'operazione di salvataggio ha permesso ai creditori privati di ridurre l'esposizione, scaricandone i costi "sul contribuente e sul settore pubblico". Diversi rappresentanti del FMI già 3 anni fa avevano messo in guarda. "Si puo' dire che l'operazione piu' che un programma di salvataggio per la Grecia, sia una forma di salvataggio dei creditori privati, soprattutto degli istituti finanziari europei", affermava il rappresentante brasiliano Paulo Nogueira Batista durante una seduta del 2010. Gli scettici avevano ragione. La Grecia non è riuscita a raggiungere gli obiettivi finanziari concordati e nel 2012 ha avuto bisogno di un ulteriore piano di salvataggio. Nel piu' grande piano di salvataggio mai intrapreso dal FMI, i creditori privati hanno dovuto farsi carico di una parte delle perdite. Con il collasso dell'economia greca il debito del paese è esploso. E la situazione potrebbe spingere i governi dell'Eurozona a mettere in campo un terzo pacchetto di salvataggio. Ma questa volta dovranno necessariamente rinunciare ad una parte dei crediti verso la Grecia." Buona informazione a tutti. Dopo un'estate di calma, Voci dalla Germania è tornata alla grande a tradurre per noi gli articoli della stampa tedesca, per fornirci il punto di vista Alemanno. In questo modo scopriamo che la voglia di Egemonia tedesca sul resto d'Europa è sempre più forte e conclamata, infatti da Da German Foreign Policy viene tradotto questo articolo :
La nuova offensiva tedesca in politica estera "...Berlino avvia una nuova offensiva per il consolidamento della sua egemonia all'interno dell'UE e per rafforzare il suo ruolo geopolitico. "In Germania e all'estero si fanno sempre piu' forti le voci che chiedono al nostro paese di avere un ruolo di primo piano nel mondo", ha detto il presidente Joachim Gauck la scorsa settimana in un discorso tenuto in occasione dell'anniversario della riunificazione tedesca. La Repubblica Federale non è un'isola e in futuro non potrà sottovalutare il suo ruolo internazionale: restiamo la "quarta economia del mondo". Come fonte di ispirazione il presidente della repubblica, fra gli altri, ha fatto riferimento al ministro degli esteri polacco, che già a fine 2011 aveva chiesto una leadership tedesca piu' forte, e ad un importante pubblicista americano che recentemente, subito dopo le elezioni federali, ha chiesto a Berlino di assumere un forte ruolo di guida all'interno dell'UE..." Ma non tutti in Europa vedono di buon occhio l'idea di una Germania che guidi la politica estera a livello continentale : "...In forte contrasto con l'accettazione dell'egemonia tedesca di una parte delle elite europee, è invece l'opinione della grande maggioranza dei cittadini nei paesi colpiti dai diktat di risparmio tedeschi. Secondo un sondaggio fatto a giugno, circa l'82% dei cittadini italiani e l'88% di quelli spagnoli ritiene che l'influenza tedesca nell'UE sia troppo forte. In Francia, dove la popolazione è sempre piu' colpita dalle misure di austerità dettate da Berlino, questa opinione è condivisa dal 56 % dei cittadini..." e addirittura c'è chi come primo ministro lussemburghese Jean Claude Juncker, vede nel desiderio di egemonia tedesco, inquietanti parallelismi con il periodo precedente alla Prima Guerra Mondiale : "...Gli addetti ai lavori mettono in guardia dal sottovalutare il potenziale di escalation di queste lotte di potere. Già in marzo il primo ministro lussemburghese Jean Claude Juncker ha dichiarato pubblicamente di vedere dei forti parallelismi con il periodo precedente la prima guerra mondiale: "mi colpisce la somiglianza fra le condizioni europee del 2013 e quelle di 100 anni prima". Quanto rapidamente le tensioni attuali possano avere un'escalation, lo hanno mostrato le proteste contro i diktat di risparmio tedeschi in Grecia e in Italia: "improvvisamente sono riemersi risentimenti che si pensava fossero definitivamente scomparsi". Juncker ha avvertito con una franchezza insolita: "chi pensa che l'eterna questione della guerra e della pace in Europa non si ponga piu', potrebbe sbagliarsi. I demoni non sono scomparsi, stanno solo dormendo" Andando avanti nella lettura, ritroviamo un articolo che ha già fatto il giro del web, e rigurda il nuovo servizio di Intelligence di cui si sarebbe dotata l'UE, da deutsche-wirtschafts-nachrichten.de : Gli spioni di Bruxelles "...Fra i progetti piu' ambiziosi di Wolfgang Schäuble c'è la creazione di un servizio segreto europeo che con circa 230 milioni di Euro all'anno, forniti dal contribuente, potrà sorvegliare i cittadini europei. Servirà a combattere il terrorismo, ma a finire sotto la sua lente saranno anche i populisti e gli euro-scettici. Il servizio di intelligence entrerà in azione anche quando i paesi iper-indebitati vorranno dare la caccia agli evasori. L'Unione Europea ha quasi portato a termine un importante progetto: un sistema europeo di intelligence capace di supervisionare tutte le attività dei cittadini. Uno dei padri di questo sistema di monitoraggio è il Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble. Il servizio si occuperà principalmente di terrorismo. E questo almeno è il motivo ufficiale per cui è stato fondato. Nei fatti pero' il nuovo servizio potrà dare la caccia ad ogni tipo di informazione: dai dissidenti agli euroscettici, dagli evasori fiscali fino ai populisti. L'EU ha di fatto creato le condizioni per garantire un controllo completo dei cittadini. A Bruxelles ci sono già 1.300 dipendenti in servizio. E per 230 milioni di Euro all'anno faranno in modo che tutto funzioni secondo i piani. Ovviamente secondo i loro piani..." L'impressione è che la Democrazia sia messa sempre più in discussione in €uropa. Per fortuna non mancano le voci critiche nei confronti dell'euro e di questa €uropa, in questo caso come riporta Unternehmen-heute.de le critiche arrivano dalla Francia : Anche i francesi nel loro piccolo si incazzano "...Ogni tanto anche i francesi si arrabbiano, e dopo aver accumulato qualche centinaio di miliardi di disavanzo commerciale, il ministro dell'industria Montebourg ha il coraggio di dirlo: l'Euro è una guerra commerciale combattuta a colpi di moderazione salariale. Il Ministro dell'Industria francese Arnaud Montebourg ha criticato duramente la mancanza di un salario minimo in Germania. Il fatto che non sia previsto dalla legge ci danneggia, ha dichiarato Montebourg in un'intervista all'agenzia di stampa AFP. Il primo ministro Jean-Marc Ayrault nel frattempo ha chiesto che l'occupazione giovanile e le politiche energetiche comuni diventino le priorità dell'asse franco-tedesco. Nell'intervista comune rilasciata alla AFP, al canale LCP, a France Info e al quoditiano "Le Monde", Montebourg ha dichiarato che l'assenza di un salario minimo in Germania "danneggia i diritti dei lavoratori europei e in particolar modo di quelli francesi", poiché devono confrontarsi con una "concorrenza sleale". E' inaccettabile assistere ad "una guerra dei prezzi combattuta sulle spalle dei lavoratori", ha detto Montebourg..." Niente di nuovo all'orizzonte (purtroppo), come abbiamo già visto QUI e QUI, l'idea €uro-Tedesca è qulla di far diventare coompetitivi i PIIGS attraverso il taglio dei saliri. Altra voce fortemente euroscettica è quella dell'ex commissario europeo Frits Bolkestein, che considera ormai l'euro un esperimento fallito e condanna il comportamento scorretto di Germania e Francia : Anche per Bolkestein l'Euro è un esperimento fallito "...L'ex commissario europeo Frits Bolkestein considera l'unione monetaria un esperimento fallito. Le differenze economiche in Europa si sono ampliate. I paesi dell'Eurozona dovrebbero introdurre una seconda e nuova valuta. Solo in questo modo sarà possibile evitare la completa disintegrazione della moneta unica. L'unione monetaria è fallita. "L'Euro è un sonnifero" per l'Europa, e i paesi in crisi hanno già sognato abbastanza, scrive l'ex commissario EU Frits Bolkestein. I paesi in crisi si sono preoccupati molto di piu' della redistribuzione degli aiuti europei che di promuovere la loro competitività: il patto di stabilità è fallito. L'Unione di trasferimento è già una realtà. Per Bolkestein l'uscita dall'unione monetaria dei paesi in crisi è la sola via di fuga da questa unione della redistribuzione che avrà bisogno di sempre piu' miliardi..." "...Bolkestein accusa Francia e Germania di aver violato il patto di stabilità già nel 2003, e di essere stati i primi a superare la soglia di indebitamento del 3% prevista dal trattato di Maastricht. Da allora l'applicazione dei criteri europei ha perso credibilità e da questo duro colpo non ci si è mai ripresi. L'unione monetaria soffre per un "difetto congenito" di cui in parte sono responsabili anche Francia e Germania, sempre secondo Bolkenstein. "Non è possibile mettere insieme un gruppo di paesi cosi' eterogeneo con differenti culture economiche". L'esplosione del debito in Grecia e in Itala era prevedibile. Bolkestein vede una via di uscita: solo una riforma monetaria radicale puo' salvare l'Euro..." Con una crisi che è tutt'altro che risolta, i contrasti nell'area euro si amplificano. Buona informazione a tutti. Il ministro delle finanze tedesco nella sua ultima intervista rilasciata a Die Zeit prima delle elezioni, viene sollecitato in merito alla crisi della zona euro, fornendo risposte che non lasciano dubbi sulle idee che ha sull'euro e sull'€uropa. Quando l'intervistatore gli chiede sulle cause della crisi della zona euro e le condizioni della Grecia, Schäuble nega qualsiasi responsabilità dovuta agli squilibri creati dall'euro e alla durissima austerità, ma dice : "...ZEIT: Quindi è stato solo un problema di comunicazione? Oppure sono state le decisioni politiche e la durissima austerità a trasformare la crisi greca in un incendio di dimensioni europee? WS: No, è sbagliato. La cosiddetta crisi Euro in verità non è una crisi della moneta unica, piuttosto una crisi di fiducia dei mercati finanziari nei confronti dei singoli stati membri della zona Euro. I mercati finanziari pensavano che questi paesi non sarebbero stati in grado di affrontare i loro problemi singolarmente. Per risolvere la crisi, dobbiamo migliorare le regole comuni, approfondire il coordinamento fra le politiche economiche dei paesi Euro, ridurre i deficit e superare i problemi di competitività. Per questa ragione dobbiamo insistere affinché i paesi in crisi si impegnino a superare la crisi. Per dargli il tempo di farlo, li sosteniamo con i fondi di salvataggio, ma questi aiuti sono legati a condizioni molto dure. E già lo stiamo vedendo: siamo sulla strada giusta. In Grecia ad esempio, negli ultimi anni i turisti tedeschi erano scomparsi, perché il rapporto prezzo-prestazioni in Turchia era molto piu' economico. ZEIT: Adesso siamo invece tornati... WS: Si', esattamente. Perché la Grecia, fra le altre cose, ha ridotto il suo costo del lavoro del 13%. Naturalmente i greci stanno soffrendo, non lo nego. Meno le élite che hanno portato il paese in queste condizioni, molto di piu' la gente comune. I risanamenti sono sempre difficili. Piu' a lungo il paese resta fermo, piu' difficile sarà ripartire. Ma sta funzionando: in tutti gli stati Euro siamo sulla buona strada, anche nei paesi sotto la protezione del fondo salva stati. ZEIT: La politica è consapevole che l'austerità nell'Europa del sud, di fatto, ha privato una intera generazione del proprio futuro? WS: Le cause della crisi devono essere cercate nei diversi paesi e nelle decisioni sbagliate prese in passato, non nell'austerità. La crescente domanda di competitività causata da una moneta comune e l'incredibile pressione sui salari esercitata dalla globalizzazione, non sono stati presi seriamente in considerazione in tutti i paesi. Ma ora si dovranno fare le riforme che in passato non sono state fatte..." Come si vede non c'è nessun accenno alle responsabilità della moneta unica e dell'austerità (imposta anche su ordine tedesco), ma il ministro ribatte solo sull'importanza della competitività e del costo del lavoro, in buona sostanza vede solo nell'aumento di competitività via tagli dei salari la soluzione alla crisi, come abbiamo visto QUI. La parte più interessante però è quella che segue, dove Schäuble ammette candidamente (con buona pace dei sognatori degli USE) che la Germania ottiene grossi vantaggi dall'euro ( che per loro è come un marco svalutato) a cui non vuole rinunciare, come dice anche la Deutshe Bank : Queste sono le parole che usa il ministro :
"...ZEIT: Il partito Alternative für Deutschland ha una soluzione abbastanza semplice per la crisi Euro: la dissoluzione della zona Euro. WS: Sarebbe la ricetta migliore per recare un danno alla Germania, di dimensioni mai viste nei decenni scorsi. ZEIT: Secondo i sondaggi sono vicini al 4 % - e potrebbero costare la maggioranza ai nero-gialli... WS: Queste persone dicono molto semplicemente: senza l'Euro la nostra economia starebbe meglio. Ma cio' è fondamentalmente sbagliato, è poco plausibile e molto pericoloso per il nostro benessere. Noi tedeschi, come grande nazione esportatrice, abbiamo tratto i maggiori vantaggi dalla moneta unica. Su questo c'è un consenso generale. Il mondo è cambiato. L'Europa e la Germania hanno bisogno di una moneta comune stabile, per poter sopravvivere in questo mondo globale..." L'ammissione di Schäuble è chiara ed esplicita, l'euro ha notevolmente avvantaggiato la Germania ed una sua dissoluzione le causerebbe fortissimi danni economici (ma salverebbe il nostro paese). Da Voci dalla Germania l'intervista completa tradotta in italiano : Der letzte Europäer Buona informazione a tutti. Nel commentare la campagna elettorale tedesca, Münchau rivolge la propria critica al comportamento economico della SPD ( sinistra alemanna ), accusandola di aver smarrito la propria identià Keynesiana già dagli anni 90, abbracciando a quel punto le politiche economiche liberiste.
Nell'indicare il punto di rottura e il cambiamento nell'orientamento economico della SPD, ne individua la causa principale dell' uscita dalla stessa SPD di Oskar Lafontaine ( FAVOREVOLE ALL'EUREXIT ) e dalle sue dimissioni da ministro delle Finanze. Il simbolo dell'atteggiamento profondamente liberista e conservatore assunto dalla sinistra tedesca, è rappresentato dalla vergognosa riforma del lavoro Hartz IV, realizzata dal governo Schröder nel 2003 con l'introduzione dei MINI-JOBS, in nome della flessibilità del mercato del lavoro e dell'aumento di produttività ( di fatto creando precarietà cronica e POVERTÁ CRESCENTE ). Nel rimpiangere quello che la sinistra ha rappresentato in Germania nei decenni passati, Münchau ci offre la sua analisi ( Grazie a Voci dalla Germania per la traduzione: MÜNCHAU: LA SPD NON VINCE PERCHÉ HA SMARRITO KEYNES Buona informazione a tutti. Come ben sappiamo il presunto miracolo economico tedesco, con livelli di disoccupazione bassissima, è dovuto alla CONCORRENZA SLEALE della Germania.
Ma a smentire l'ennesimo FALSO MITO Tedesco, arriva Voci dalla Germania con la traduzione di un articolo pubblicato dal FRANKFURTER RUNDSCHAU, di cui vi propongo due brevi passaggi : ...Ma non è abbastanza. I dati ufficiali sulla disoccupazione sono da maneggiare con molta cura. Secondo le statistiche ufficiali, nel nostro paese ci sarebbero "solo" 3 milioni di disoccupati. Ma i lavoratori a 1 Euro (Ein-Euro-Jobber), i disoccupati con piu' di 58 anni, oppure i disoccupati impegnati in un corso di formazione, non sono conteggiati nella statistica. In aggiunta, ci sono oltre 2 milioni di occupati part-time che lavorebbero volentieri piu' a lungo. E per quanto riguarda la disoccupazione di lunga durata, la Germania resta il leader indiscusso in Europa. In realtà mancano oltre 6 milioni di lavori a tempo pieno. Non si puo' certo parlare di lavoro per tutti. Gli squilibri nel mercato del lavoro, sotto il governo Merkel, si sono ulteriormente aggravati. Circa un quarto degli occupati oggi lavora per meno di 9 € lordi l'ora. 1.4 miloni di tedeschi lavorano per un salario inferiore ai 5 € lordi l'ora. Una percentuale maggiore di lavoratori a basso salario c'è solo negli Stati Uniti. Lavoro precario e assenza di contratti collettivi fanno si' che gli accordi raggiunti da IG Metall, Ver.di, etc. siano validi solamente per 3 lavoratori su 5... ...La conseguente debolezza dei salari ha rallentato la domanda interna e ha invece alimentato quella estera. Commercianti al dettaglio e artigiani hanno sofferto per la mancanza di potere di acquisto. L'estero ha contribuito alla crescita molto piu' di quanto abbia fatto la domanda nazionale. Senza successo! Prima della crisi, l'economia e l'occupazione sono cresciute molto piu' lentamente che nel resto dell'Eurozona. Ancora oggi le imprese investono meno di quanto facevano all'inizio del decennio scorso. Oltre a cio', la crescita trainata dall'export è stata a spese dei nostri vicini. Che sono riusciti a vendere sempre meno merci sul prosciugato mercato tedesco. E cosi' sono nati gli squilibri nei flussi di commercio e capitali. Mentre gli avanzi correnti tedeschi crescevano, i paesi in crisi rischiavano di affondare in un mare di debiti... Credo ci sia poco da commentare, il Falso Mito Tedesco è ormai stato smascherato, solo la gran parte dell'informazione ufficiale nostrana, e le nostre istituzioni continuano ad incensarlo come modello da seguire, ovviamente come parte della strategia del vincolo esterno per disciplinare i lavoratori. Da voci dalla Germania : LA FAVOLA DEL JOBWUNDER Buona informazione a tutti. La data delle elezioni si avvicina, e gli occhi di tutta l'Europa e di gran parte del mondo sono rivolti a Berlino.
Ci si aspetta (Vanamente) molto dall'esito elettorale alemanno, soprattutto per la risoluzione della profonda crisi (depressione) che affligge l'area euro. Ma per capire meglio qual sia i clima in Germania, vi invito alla lettura degli ultimi articoli tradotti per noi dall'ottimo Voci dalla Germania. A voi gli articoli : LA VERITÀ IN PICCOLE DOSI Estratto : La campagna elettorale tedesca si accende dopo la recente dichiarazione di Schäuble: la Grecia avrà bisogno di un nuovo piano di aiuti. La verità è troppo amara e difficile da digerire per il contribuente tedesco, meglio nasconderla oppure somministrarla in piccole dosi. Passo falso oppure mossa tattica? Da Süddeutsche Zeitung TUTTO ANCORA POSSIBILE Estratto : FAZ.net intervista Manfred Güllner, sondaggista di Forsa (istituto demoscopico), che spiega: tutto è ancora possibile, ma per AfD la strada verso il 5% è in salita. Da FAZ.net AFD HA GIÀVINTO? Estratto : In politica è piu' importante vincere o partecipare? Risponde Bettina Röhl su WirtschaftsWoche, il settimanale economico piu' letto, di orientamento conservatore: AfD avrebbe già vinto la sua battaglia, perché ha fatto capire ai tedeschi che la moneta unica non è piu' un tabu' inviolabile. Da WiWo.de MÜNCHAU: CI VUOLE UN GOVERNO ROSSO-ROSSO-VERDE! Estatto : Secondo Wolfgang Münchau, su Der Spiegel, la sola speranza per l'Euro e l'Europa è una coalizione rosso-rosso-verde (SPD, Linke e Grünen). La SPD troverà il coraggio? da Der Spiegel LA GERMANIA NON HA UNA SOLUZIONE Estratto : Dopo le speranze di W. Münchau, una riflessione interessante arriva da Lost in Europe: la SPD non accetterà mai di allearsi con la Linke, di fatto le elezioni tedesche non potranno offrire una soluzione ai problemi europei. Da Lost in Europe Buona informazione a tutti. |
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