Il blog amico Eurocrazya ci propone un bel post sul pensiero economico del Presidente della BCE Mario Draghi e sulla sua ricetta per rilanciare l'economia dell'€urozona.
Ovviamente la ricetta propinata e quella delle dolorose riforme strutturali soprattutto del mercato del lavoro, che prevedono il taglio dei salari, con buona pace degli €uro-fan che continuano a sbraitare che l'euro ci protegge e che il ritorno alla lira sarebbe un disastro. Nulla di nuovo all'orizzonte come abbiamo già visto QUI, solo un ulteriore conferma che il costo della crisi hanno deciso di farlo pagare ai popoli europei, per salvare l'euro e le banche. Ma veniamo alle diplomatiche ma chiare parole di Draghi riportate da Eurocrazya : "...La competitività può essere misurata in più modi, ma fondamentalmente è il confronto tra costi relativi e produttività relativa. All’interno dell’eurozona, dal momento che ogni stato condivide lo stesso tasso di cambio, una misura chiave di competitività è il costo relativo del lavoro in relazione alla produttività relativa – in altre parole, il costo unitario del lavoro. Nella prima decade dell’unione monetaria, non si è prestata attenzione al costo del lavoro e alle sue implicazioni sulla competitività. Questo perché c’era la falsa presunzione che i conti delle partite correnti non fossero importanti in un’area con una moneta unica. Il risultato è stato che sono emersi squilibri di competitività. Abbiamo visto salari e produttività procedere su trend divergenti in molti paesi dell’eurozona. Per qualcuno di essi è venuto a crearsi un significativo gap di competitività che ha prodotto grandi deficit delle partite correnti. Perché tutto ciò è importante? Non solo perché persistenti deficit delle partite correnti creano delle vulnerabilità, come la dipendenza da finanziamenti esterni e un settore bancario super-indebitato, ma anche perché, a partire dal 2008, quei paesi che erano più competitivi hanno in media goduto di margini maggiori, minori livelli di debito pubblico, più crescita e più occupazione. Questa correlazione suggerisce che chiudere questo gap di competitività è una componente chiave per migliorare l’attuale situazione economica. Chiudere il gap di competitività Un modo per riacquistare competitività velocemente è quello di focalizzarsi sul numeratore del costo unitario del lavoro – i salari nominali. Un ulteriore approccio a lungo termine è quello di aumentare il denominatore – e cioè di raggiungere livelli più alti di produttività. A mio parere, oggi nell’eurozona abbiamo bisogno di entrambi. Sul primo numero (salari nominali, ndr), nell’eurozona ci sono già incoraggianti segnali di riequilibrio in termini di competitività di costi. In parte grazie alle riforme strutturali introdotte da diversi paesi, sta avvenendo un aggiustamento dei costi relativi, dopo che questi sono stati disallineati in passato. Ad esempio, il volume delle esportazioni spagnole è cresciuto di più del 20% a partire dal 2009. Col passare del tempo, un aumento dei margini di profitto dovrebbe consentire alle aziende spagnole di espandere la propria capacità e assumere lavoratori. Permettetemi però di essere chiaro: io non considero la competitività come una corsa tra i paesi dell’eurozona, con vincitori e vinti. Ecco perché la sfida di lungo periodo di aumentare il livello di produttività è altresì fondamentale. Mentre l’aggiustamento dei costi aumenta la competitività solo in maniera relativa, gli aumenti di produttività, incrementando la crescita, possono beneficiare tutte le nazioni..." Due considerazioni in merito alle parole di Draghi, la prima è che anche lui ammette che la crisi della zona euro è dovuta agli squilibri della bilancia dei pagamenti e di debiti esteri e privati quando dice "...persistenti deficit delle partite correnti creano delle vulnerabilità, come la dipendenza da finanziamenti esterni e un settore bancario super-indebitato..." come abbiamo visto QUI, la seconda è che prendendo l'export Spagnolo come modello di "successo" perché è cresciuto del 20%, dimentica di dire che in Spagna la disoccupazione è al 27%, che hanno tagliato le tredicesime (deprimendo ancora di più i consumi), e che il FMI consiglia di tagliare gli stipendi di un ulteriore 10% in modo da uccidere del tutto la domanda interna e l'Import e favorire solo l'Export, praticamente una Cinesizzazione €uropea. Da Eurocrazya : Draghi: “Tagliare i salari nell’eurozona”
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AutoreLeonardo Sperduti Archivio
December 2013
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