Dopo il primo post pubblicato dai 4 di KDP "Essi Dicono", ne arrivano altri due a chiudere il cerchio intorno alle figure del Premier Letta e del Presidente Napolitano in merito alla loro visione €uropea.
Come abbiamo visto nel precedente post che trovate QUI, Napolitano nel messaggio che invia al criptico ed opaco forum Ambrosetti, esterna tuti i suoi timori e la fretta di portare a termine il progetto USE. Con il secondo post della serie essi dicono dedicato a Letta, viene tradotto il discorso che il nostro premier ha fatto il 10 Settembre al Brugel, che trovate QUI in inglese. Leggendo l'appassionato discorso che Letta rivolge ai membri del brugel, si nota nelle sue parole (come in quelle di Napolitano) sia una cieca e totale devozione verso il progetto degli Stati Uniti d'Europa, da realizzare ad ogni costo, sia la consapevolezza che la crisi economica (che ormai in alcuni casi come quello Greco diventata vera e propria crisi umanitaria), sta portando una profonda disaffezione ed un crescente rifiuto degli elettori nei confronti del sogno USE. Si coglie inoltre la determinazione con cui anche Letta, al pari di Napolitano, proponga il percorso da intraprendere per raggiungere l'obiettivo massimo €uropeo, ecco alcuni passaggi : "...Sono pieno di ottimismo ma non credo che la crisi sia alle nostre spalle e che possiamo distogliere l’attenzione dalle sfide economiche. Alcuni leading indicators ci dicono che l’economia si sta riprendendo nell’eurozona. La fiducia sta tornando. Comunque, la ripresa è fragile e ineguale. La disoccupazione rimane drammaticamente alta in molti Stati Membri, come in Italia. C’è molto lavoro ancora da fare. Ciò che voglio dire è che non ci mancano le opportunità di dibattere gli aspetti tecnici della politica economica e monetaria dell’UE. Parliamo molto meno delle fondamenta politiche necessarie a costruire una UEM e una Unione Europea adatta alle sfide del presente...." "...L’Europa tornerà alla lavagna e fisserà una nuova serie di priorità e obiettivi per il futuro. E i prossimi cinque anni segneranno una fase cruciale per l'evoluzione dell'Unione. Saranno il momento di scegliere se vogliamo fare un salto in avanti, e progredire verso una nuova fase nella vita dell'Unione Europea. Voglio che la Presidenza italiana sia un punto di collegamento, un momento nel quale si concluda l'adozione delle importanti misure lanciate nel 2013, dall’unione bancaria all’unione economica e fiscale e si rifletta sui passi più grandi necessari per avere una stabile funzionamento dell'UEM e una più forte Unione Europea..." Già in questa prima parte si nota la consapevolezza di Letta in merito alla crisi e il suo essere pronto a fare tutto quanto necessario per portare avanti l'UEM e il progetto USE. Continuando nella lettura si trovano altri punti significativi del discorso : "...Il simbolo evidente di questo cambiamento è che quest'anno tutti gli Stati membri dovranno inviare i loro progetti di bilancio annuali a Bruxelles in linea con i requisiti indicati nel "two pack". Questo sistema riflette il principio, che "le politiche economiche sono una questione di interesse comune". In breve, l'interdipendenza richiede responsabilità. Lasciatemi solo dire qui che questa nozione di responsabilità è già al centro della politica economica perseguita dall’Italia. Il governo è determinato a mantenere il deficit pubblico sotto il 3% quest'anno e negli anni a venire. Abbiamo uno dei più grandi avanzi primari dell'area dell'euro. Abbiamo stabilizzato la spesa a lungo termine per l'assistenza sanitaria e le pensioni. Per migliorare la competitività e il potenziale di crescita della sua economia, l'Italia ha attuato un forte programma di riforme. Nei prossimi mesi si aggiungeranno nuove misure per accelerare la giustizia civile, creare un ambiente migliore per le imprese, ridurre il cuneo fiscale sul lavoro per rilanciare l'occupazione. Lanceremo un programma specifico, “Destinazione Italia”, per attrarre investimenti esteri privati ei privatizzare beni di proprietà dello Stato..." Questo passaggio mi sembra cruciale per due motivi, il primo è che Letta ci tiene a sottolineare la fedeltà del suo governo a rispettare tutti i vincoli €uropei, riguardanti una cessione sempre maggiore di sovranità a Bruxselles, il mantenimento nei limiti stabiliti del deficit annuale e dei conti pubblici di lungo periodo e la conferma dell'imminente Svendita delle eccellenze Italiane, come anticipato da Saccomanni QUI. Altro passaggio che evidenzia il pensiero fortemente Liberista di Letta, e fa emergere anche l'evidenza del Postulato di Istwine, è questo: "...Passiamo ora al mercato unico (2). Il mercato unico è la migliore risorsa dell'Europa per rilanciare la crescita. L'integrazione dei mercati può anche svolgere un ruolo nel riassorbire gli squilibri interni nella zona euro. Eppure, nonostante l'investimento politico del Presidente Barroso e del Commissario Barnier, con gli Atti del mercato unico I e II, nonostante le diverse conclusioni del Consiglio europeo, il progresso è molto lento. Ovunque vediamo segni di un rinvigorito nazionalismo economico. Possiamo invertire questa tendenza e fornire reali mercati aperti solo attraverso la discussione di un elenco di nuove direttive o regolamenti? Non credo. L'unico modo è di costruire il consenso per un nuovo approccio politico. Finora abbiamo liberalizzato i mercati nazionali, incoraggiando le imprese private a operare a livello transnazionale. Il risultato è un mosaico di mercati nazionali collegati, piuttosto che un vero mercato unico. Abbiamo bisogno di campioni europei, operatori che siano veramente attivi su scala continentale. Oggi abbiamo campioni nazionali, banche nazionali, compagnie energetiche nazionali, società di telecomunicazioni nazionale. Per fare un esempio, in Europa abbiamo 100 operatori di telecomunicazioni. Sono 5 negli Stati Uniti e 3 in Cina..." Ma come, il mercato unico, il libero mercato che crea concorrenza e favorisce la ricerca, gli investimenti e il risparmio per noi cittadini, e Letta si lamenta che in Europa ci sono 100 operatori telefonici? E porta come esempi gli USA e la Cina che hanno un regime di Oligopolio nelle telecomunicazioni? In fondo non c'è da meravigliarsi, le istituzioni NON elette europee sono espressioni delle Oligarchie e delle Lobby che le gestiscono. Andiamo avanti nella lettura e troviamo quanto segue : "...Le riforme per affrontare le rigidità delle nostre economie e migliorare il loro potenziale di crescita sono complesse e dolorose da implementare. Alcuni di essi richiedono investimenti finanziari che non sono possibili in un periodo di consolidamento. Alcuni altri producono effetti solo dopo un certo tempo, troppo tempo per la pazienza di molti cittadini ed elettori. I cittadini, e gli elettori, sono pronti ad accettare i sacrifici necessari per reinventare le nostre economie. Ma hanno bisogno di vedere una ricompensa, un ritorno. Quindi, se prendiamo sul serio la necessità di supportare le riforme strutturali degli Stati Membri, abbiamo bisogno di garantire un sistema di incentivi finanziari mirati in cambio di una maggiore sorveglianza e coordinamento.. Questi incentivi possono espandere le opzioni per i governi alle prese con il consolidamento fiscale e rappresentare agli occhi di un'opinione pubblica un segnale che l'Europa è un partner a sostegno della loro sforzo..." Anche in questo caso il pensiero Lettiano mi sembra molto chiaro, fare di tutto per l'€uropa anche chiedendo dolorosi sacrifici ai cittadini, che a dire di Letta sono pronti ad accettarli. È evidente il riferimento alla crudele dottrina economica Montiana e tedesca che abbiamo visto QUI. Nel sottolineare le proprie preoccupazioni nei confronti del crescente sentimento anti €uropeo, Letta dice : "...Il disincanto verso l'Europa è forte sia all'esterno sia all'interno della zona euro. In Italia, dove l'opinione pubblica è tradizionalmente filo-europea, la fiducia nell'Unione europea è scesa dal 75% al 30%. Ciò che è interessante è che i sentimenti anti-europei sono comuni a Sud e Nord Europa, ma per ragioni opposte. Nell’Europa meridionale i cittadini non riconoscono più le istituzioni dell'Unione europea, come migliori delle istituzioni nazionali. Questo è il risultato di un disincanto generale verso la politica, ma anche un segno che l'Europa non è più vista come una soluzione, ma è [divenuta] un problema. Nel Nord Europa, il supporto per le istituzioni dell'UE è sceso al di sotto di quello per le istituzioni nazionali. Questo spiega perché molte voci in tutta la regione stanno richiedendo un rimpatrio di competenze a livello nazionale A mio avviso è necessario che nel periodo precedente alle elezioni il centro del nostro dibattito si sposti da procedure, indicatori, norme di merito, a ciò che l'Europa può fare per aiutare gli Stati Membri a combattere la disoccupazione, a promuovere la competitività dei settori produttivi, a sfruttare nuove fonti di crescita come l'economia digitale. Il Consiglio europeo di giugno è stato un passo importante in questa direzione. Oltre a questo, le elezioni dovrebbero consentire di affrontare diversi programmi politici sull'Europa. E' importante che i cittadini sentano che le elezioni europee sono reali, che possano scegliere diversi candidati alla carica di presidente della Commissione, e che possano influenzare la direzione delle politiche a livello di UE. Se le elezioni sono un confronto tra tecnocrazia e populismo, rischiamo un contraccolpo. Il prossimo Parlamento europeo potrebbe essere il parlamento più euro-scettico mai. Un Parlamento che non può essere un motore per l'Europa, ma è un freno al processo decisionale collettivo. Quindi, a mio avviso, abbiamo bisogno di trovare un giusto equilibrio tra un pragmatismo realistico e il giusto livello di ambizione per il futuro. Mentre completiamo e attuiamo le misure concordate per il breve termine, non dobbiamo perdere di vista l'importanza di obiettivi a più lungo termine. Una volta che abbiamo restaurato la fiducia nelle istituzioni dell'UE e forgiato un nuovo consenso politico su ciò che è necessario per un’UEM stabile e un'Unione Europea più forte, possiamo riflettere sul fatto che il set up attuale fornisca o meno una base giuridica adeguata o se abbiamo bisogno di una modifica del trattati. Questo sarà anche l'occasione per riflettere su come siamo in grado di conciliare le esigenze di quei membri dell'UEM che hanno bisogno di una maggiore integrazione economica, finanziaria e fiscale e di quegli Stati membri che vogliono conservare un maggior grado di autonomia sovrana all'interno dell'Unione Europea..." Evidenziando il fatto di essere perfettamente a conoscenza del "disincanto" dei cittadini verso questa €uropa e le sue istituzioni, Letta suggerisce delle linee guida chiare e precise in merito alla campagna elettorale pro-euro e pro-€uropa da condurre. Quello che propone è di lavorare sottotraccia, facendo un'opera di comunicazione che faccia intendere alle persone che risolvere i nostri problemi è la loro priorità (tipo il lavoro), e allo stesso tempo far passare il messaggio che chiunque possa contare veramente nelle decisioni europee. La sua paura Letta la esprime con queste parole "Se le elezioni sono un confronto tra tecnocrazia e populismo, rischiamo un contraccolpo. Il prossimo Parlamento europeo potrebbe essere il parlamento più euro-scettico mai. Un Parlamento che non può essere un motore per l'Europa, ma è un freno al processo decisionale collettivo". Pertanto trovare un punto di equilibrio fra il messaggio subliminale da far arrivare agli elettori, per fargli riacquistare fiducia nelle istituzioni europee, e il poter continuare ad operare per modificare gli assetti istituzionali dei paesi dell'eurozona (leggasi attacco alla Costituzione), per portare avanti l'integrazione europea, diventa l'obiettivo primario da raggiungere nell'immediato. Da KDP by @spud85 : Essi dicono. Episodio 2: Enrico Letta al Bruegel E dopo i due post della serie "Essi Dicono", le considerazioni di @KappaRar : Il senso di Enrico e Giorgio per la stabilità. Per quanto riguarda le mie considerazioni sono le seguenti : 1 - tanto Letta quanto Napolitano sono totalmente fedeli alla causa tecnocratica €uropea, basti considerare il cambio di opinione del Presidente della Repubblica fra il suo discorso alla Camera del 13 Dicembre 1978 e il Messaggio inviato all'Ambrosertti, mentre per Letta parla il suo libro "Euro si. Morire per Maastricht" non proprio un titolo rassicurante; 2 - entrambi sono consci che i popoli europei sono ormai distanti anni luce dalle istituzioni €uropeee e dal sogno USE, ma nessuno dei due ha l'umiltà e l'intelligenza di chiedersi in cosa e dove hanno sbagliato, ma anzi, in special modo Letta, è convinto che sia possibile infliggere altro dolore tramite riforme strutturali di tipo tedesco (alias taglio dei salari), e che la gente sia pronta ad accettare altri sacrifici; 3 - il totalitarismo €uropeo di cui sono intrisi, non gli permetti di vedere altra via se non quella del più €uropa a tutti i costi, non hanno il minimo ripensamento in merito al fallito e fallimentare progetto/sogno Sati Uniti d'Europa, ed anche qui un Letta più machiavellico di Napolitano, suggerisce una sottile tattica doppiogiochista da attuare nei confronti dei cittadini in nome del Solo €uropa! Se non vi ho annoiati, buona informazione a tutti.
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AutoreI 4 di Kappa di picche Archivio
October 2013
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