Gli €uroFan continuano a raccontare e a credere(?) che l'euro ci ha protetti e ci ha portato grandi benefici, ovviamente questa colossale minkiata viene puntualmente smentita dai dati e dai fatti. L'ennesima dimostrazione dell'€uro-cetriolo che abbiamo preso nel c... dal 1999 in poi, arriva ancora una volta dal blog del professor Bagnai, dove esaminando la convergenza del reddito procapite dell'eurozona verso quello medio dei paesi avanzati (di cui fa parte l'UEM), si scopre che la convergenza non c'è stata, ma anzi è avvenuto e continua un declino inesorabile del nostro reddito disponibile. Ecco cosa scrive il professor Bagnai : "...Usiamo, per l'occasione (e per rapidità) la metrica proposta dal dr. Bastasin, ovvero il rapporto fra i redditi pro-capite a dollari correnti e a parità di potere d'acquisto (che quindi tengono conto delle differenze di costo della vita fra i diversi paesi considerati). La storia la sapete. L'euro doveva aiutarci a essere uniti per competere, doveva essere la fune alla quale tutti i paesi europei si aggrappavano, uniti, per tirare dalla stessa parte, guadagnando o almeno difendendo reddito e quote di mercato dall'invasione degli emergenti, della Ciiiiina. Invece, è diventato un gioco a somma nulla dove la Germania tira da una parte, tutti gli altri (più o meno) dall'altra, e l'Eurozona resta ferma sul posto..." e visto che un'immagine (a volte) vale più di mille parole, ecco un grafico che riassume la situazione : Che cosa ci dice questo grafico ? La risposta la fornisce direttamente il professor Bagnai, che scrive :
"...Come siano andate le cose finora, lo si vede bene. Negli anni '90 l'Eurozona aveva un reddito medio attorno all'89% della media delle economie avanzate. Dal 2001 inizia il declino, in due passi. Prima si raggiunge l'86% nel 2005. È il periodo nel quale le riforme del mercato del lavoro impattano sui salari reali dei lavoratori tedeschi, come ormai viene pacificamente ammesso dagli stessi tedeschi (ricordate quante sterili polemiche due anni or sono con i tanti disinformati esterofili?) e all'estero avevano visto subito. Poi c'è un altro scivolone a partire dalla crisi e dalla sua infausta gestione in termini di austerità. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che nei prossimi cinque anni ci allontaneremo sempre di più dalla media dei paesi avanzati. Verso il 2018 dovremmo aver perso una decina di punti percentuali, situandoci come media dell'Eurozona poco al disopra dell'80% del reddito medio degli altri paesi avanzati (gruppo che comprende, oltre a noi, Stati Uniti, Giappone, Singapore, ecc., ma non la Ciiiina) Quello che il grafico dice non è poi così sorprendente! Se paghi di meno la gente, la gente guadagna di meno. Certo, lo so, non è così semplice. Quello che non va ai salari, direte voi, va ai profitti, e quindi la torta dovrebbe restare uguale, no? Dovrebbero solo cambiare le due fette, giusto...?" Ma allora il reddito mancante dove è andato a finire se non si è trasferito ai profitti? La risposta di Bagnai arriva puntuale : "...Ma ci sono due problemi. Il primo è che la repressione salariale impatta sui consumi, che sono la componente più cospicua della domanda aggregata, e quindi determina una crescita sotto il potenziale, perché distrugge il mercato interno (nello sforzo di catturare mercati esteri offrendo prodotti convenienti). Sintesi: lo sforzo degli imprenditori di prendersi una fetta di torta (Pil) più grande alla fine inibisce la crescita della torta. I tagli ai redditi dei consumatori hanno un moltiplicatore non solo quando sono pubblici (secondo scivolone nel grafico), ma anche quando sono privati (primo scivolone). Il secondo problema è che questa bella idea è venuta al paese dimensionalmente più grande della zona, con due conseguenze: il primo, banale, aritmetico, che l'impatto sulla media dell'intera zona è stato cospicuo; secondo, serio, politico, che gli altri paesi hanno dovuto adeguarsi a questa bella prassi (quella che altrove ho chiamato la lotta di classe al contrario, chiarendo come l'euro ne sia lo strumento principe), e chi si è adeguato in ritardo è già morto..." Le conseguenze delle riforme tanto care a Draghi e alla Germania, le stiamo vedendo e vivendo sulla nostra pelle, con aumento della disoccupazione e della povertà nei paesi del sud Europa. Giusto per ulteriore precisione : "...Qui la Cina non c'entra. Il confronto è fra noi e gli altri avanzati. Vorrete forse argomentare che la Cina toglie a noi più che agli Usa? Avete presenti le dimensioni dei rispettivi deficit bilaterali? Non è così. Lasciate in pace gli emergenti, lasciateli emergere come economia vuole, cooperando a un processo che tanto non potete ostacolare. Il problema è un altro: il problema è che la cecità della leadership alamanna ci sta portando al collasso..." Da Goofynomics : Gli europei stanno meglio? Buona informazione a tutti.
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AutoreAlberto Bagnai Archivio
October 2013
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